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Zic & Zac

IL CATTIVO

MARCO ZACCHERA - 04/03/2022

tankLa situazione Ucraina è totalmente fluida e quindi ogni cosa può essere smentita dai fatti in poche ore.

Chi scrive ha rappresentato per 10 anni l’Italia nella UEO (Unione Europea Occidentale) che si occupava di difesa e sicurezza europea fino al suo scioglimento alcuni anni fa. Nel 2010, infatti, il “nemico” ad Est non c’era più e quindi l’UE addirittura ha sciolto un consesso politico-parlamentare che era stato – per esempio – fondamentale per il ponte aereo con Berlino accerchiata dal muro negli anni ’60 fino al 1989.

I russi partecipavano (e partecipano) al Consiglio d’Europa ma – diciamocelo chiaro – sono sempre stati snobbati perché “non facevano più paura” così come sono state sottovalutate le loro proposte di maggiore integrazione europea.

Economicamente i russi sono diventati partner importanti ma politicamente no, nonostante i chiari e pericolosi segnali di grande recupero del loro potenziale militare.

Tutti siamo stati sorpresi dalla mossa di Putin: ricordato che gli accordi del 2014 non sono stati rispettati dall’Ucraina si pensava al massimo ad una semi-occupazione russa del Donbass e – davanti ad una logica reazione ucraina – la “facile” accettazione internazionale dell’autonomia delle due aree con creazione di un cordone di sicurezza tra le parti.

Invece Putin è partito all’attacco con un rischio gravissimo per lui, la Russia e la pace mondiale, ma soprattutto con i disastri “collaterali” di cui tutti siamo testimoni.

Una mossa estrema di un simil-dittatore alle corde? Aspetti psicologici, volontà di potenza? Come un giocatore di poker Putin ha messo e sta mettendo tutto sul piatto, forse sottovalutando la reazione dell’Ovest.

Invece, nonostante l’obiettiva debolezza della leadership americana, l’Europa ha avuto uno scatto addirittura impensabile e che porterà a risultati comunque imprevedibili a seconda anche della durata del conflitto perché l’Europa si è improvvisamente scoperta debole.

Tutto l’occidente è debole, gli USA oggi lo sono anche di più perché da una parte vorrebbero disincagliarsi dai problemi europei, ma dall’altra sanno di non poterlo fare, così come non possono impegnarsi direttamente in un conflitto per un paese così lontano dal cuore degli americani, ben più preoccupati per l’aumento dei costi energetici. Inoltre l’America scopre ben altri “competitor” sulla scena mondiale: Cina e India giocano in proprio e non sono più controllabili da Washington.

Complessivamente siamo tutti deboli, drammaticamente deboli soprattutto quando le forze militari “forti” (nucleari) non possono essere neppure sfiorate, pena la morte dell’intera umanità e quindi hanno un valore​ reciproco nullo, anche se lo stesso problema fortunatamente ce l’ha anche Putin, ma che sul terreno ucraino può schierare oggi forze convenzionali di ben più pesante rilevanza.

Inoltre – quando anche Putin si ritirasse da Kiev – altre nazioni spunterebbero ad inquinare il mondo sulla scia della crisi ucraina. L’Iran, per esempio, che attende una “riabilitazione” sempre più necessaria se ci sarà una nuova crisi petrolifera e poi gli alleati storici di Putin come la Siria o le nazioni del Golfo che in questi mesi stanno lucrando miliardi di dollari per il provvidenziale (per loro) aumento del greggio.

Anche la Cina oggi non può che essere prudente, ma anche – soddisfatta del nuovo equilibrio mondiale – speriamo non pensi a fare di Taiwan il suo prossimo obiettivo. Scelte di fondo come il disarmo, la transizione ecologica, il rispetto dei diritti umani sono assolutamente “giuste” in sé, ma condizionano il futuro: o siamo capaci di disarmare contemporaneamente tutti gli altri o il “cattivo” prima o poi tornerà spazzandoci il campo.

La Russia si è trasformata in un quarto di secolo dal completo disastro ad una grande nazione finanziariamente forte e nel mondo ha acquistato di tutto e di più perché poteva permetterselo, noi abbiamo chiusi gli occhi perché così ci conveniva, adesso ne paghiamo il conto.

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