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Opinioni

AD PORTAS

ALFIO FRANCO VINCI - 18/03/2022

hannibalNon credo che la storia ci abbia mai veramente insegnato qualcosa, perché nazioni, Stati e governanti hanno sempre prestato poca attenzione ai segni premonitori che hanno preceduto catastrofi di origine umana. E mentre per quelle di origine naturale ci siamo attrezzati con sofisticate strumentazioni tecnologiche, per le prime aspettiamo ancora di sentire il primo colpo di cannone.
Forse è nella natura dell’uomo il negazionismo di eventi avversi sia ex ante che a posteriori, certo è che ogni volta ci caschiamo.
Se nel 216 a.C. si fosse dato ascolto agli avvisi succedutisi “Hannibal transibat Alpes” (Annibale si accinge a valicare le Alpi), “Hannibal ad Alpes” (Annibale è sulle Alpi), per poi finire con il tragico disperato grido dei Romani, riferito da Tito Livio, “Hannibal ad portas”, dopo la rovinosa sconfitta dei Romani a Canne, forse la storia sarebbe andata diversamente e decine di vite umane si sarebbero salvate.
Se gli inquietanti segnali che provenivano dalla Germania negli anni trenta dello scorso secolo, ivi comprese le cattive amicizie che andava frequentando, avessero spinto l’inutile Società delle Nazioni (antenata dell’ONU e parimenti inutile) costituita il 28 Giugno del 1919 (sciolta nel 1946) per vigilare sul rispetto del trattato di Versailles, a dare un’occhiata alla produzione industriale tedesca ed ai suoi campi di aviazione, avrebbe scoperto che l’addestramento dei piloti sugli alianti era propedeutico alla guida degli Stukas, che venivano prodotti insieme ai Panzer in industrie siderurgiche riconvertite abilmente camuffate.
Venendo ai giorni nostri, che la Russia si stesse preparando ad affrontare un periodo di autarchia conseguente a sanzioni, si poteva evincere da alcuni movimenti economici. Le coccole riservate ai Turchi erano funzionali a distrarli dalla vigilanza sul tratto di mare, affidato da ONU e NATO al governo di Ankara, onde far transitare e piazzare le proprie navi da guerra, e relative truppe da sbarco di fronte ad Odessa. E l’ammasso di truppe e mezzi al confine orientale della Ucraina non era una esercitazione. Sono stati tutti segnali incoscientemente ignorati, forse per il negazionismo ex ante di cui sopra.
La diplomazia poteva già mettersi al lavoro. L’ONU, per quanto inutile, avrebbe potuto risvegliarsi dal proprio torpore. Che oltre a problemi di ordine di pace mondiale si sarebbero determinati problemi energetici, che incidono sul quotidiano di belligeranti e non, era prevedibile e potenzialmente rimediabile. La nostra dipendenza energetica dalla Russia grida vendetta ed andrebbero ricercati i responsabili di questa follia. Nel 1992 l’Italia estraeva dal proprio sottosuolo terrestre e marino 25 miliardi di mc di gas e ne consumava 28, restando a debito di 3mld che acquistava dove conveniente.
Una serie di scelte politiche che, non solo col senno di poi, risultano autolesioniste, ci hanno portato a ridurre da 25 a 17 miliardi di mc nel 2.000 e poi ulteriormente da 17 miliardi ad 800.000 mc nel 2021 le nostre estrazioni, mentre il fabbisogno è salito a 35 miliardi. Non solo, ma a fronte di 1298 punti di estrazione, per oltre 3.000 giacimenti, oggi ne abbiamo solo 752, che lavorano al rallentatore.
Abbiamo referendariamente rinunciato al nucleare ed abbiamo chiuso le centrali a carbone. Un capolavoro di politica industriale, di sicurezza nazionale e, conseguentemente di welfare. Seppure è vero che contiamo poco, e che, fortunatamente il nostro ministro degli Esteri si sta limitando a fare il buyer in giro per il mondo.
Credo dovremmo, da un lato, riattivare ogni possibile fonte energetica prima che si blocchi il sistema produttivo e che le famiglie debbano ulteriormente soffrire, dall’altro spingere con tutte le nostre forze, poche o tante, per una soluzione diplomatica il prima possibile. Infine premere, anche solo per rafforzare il coro, perché l’ONU insedi un tribunale speciale per processare Putin per crimini contro l’umanità. Servirà a poco perché non c’è una “squadra catturandi” che possa andarlo a prendere, ma dalla Russia non potrà più uscire.
Hannibal ad Alpes, non riduciamoci con Hannibal ad portas.

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