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Cultura

PRIMAVERA

RENATA BALLERIO - 25/03/2022

primaveraNon ce l’ho con la primavera/ perché è tornata. Non la incolpo/ perché adempie come ogni anno ai suoi doveri. Capisco che la mia tristezza non fermerà il verde. Il filo d’erba, se oscilla, è solo al vento.

Anche noi come Wislawa Szymborska non incolpiamo la primavera di essere ritornata ma dobbiamo pensare che tutti noi abbiamo dei doveri ai quali adempiere. Il dovere di sperare, nonostante tutto, il dovere di pensare che la cultura, nonostante tutto, non possa essere calpestata.

Per questo sono da apprezzare e da ricordare i vari eventi che hanno omaggiato, anche quest’anno, la giornata mondiale della poesia, voluta dall’Unesco per il primo giorno di primavera. Il poeta greco Michael Mitras, nel 1997, ebbe l’idea di riconoscere in modo ufficiale il valore universale della poesia, respiro dell’anima o pensiero poetante, secondo la bellissima definizione di Giacomo Leopardi. La proposta fu accolta unanimemente dal consiglio dell’Unesco.

Alla poetessa greca Lidia Stefanau si deve la scelta del giorno, l’equinozio di primavera. Il giorno che – si legge nella motivazione – unisce in sé luce e tenebre, come la poesia unisce il suo volto lucido di ottimismo a quello cupo del lutto. Potremmo dire la forza di ogni naturale rinascita e il dolore, come quello che stiamo vivendo in questi giorni che sconvolgono la storia. E la celebrazione della poesia in tutto il mondo dal 2000 non è solo un omaggio simbolico ma un’occasione di farla vivere come strumento di profonda umanità.

Quella umanità che stiamo perdendo. Il pittore Delacroix scrisse non c’è arte senza poesia… Senza retorica possiamo dire che non c’è umanità senza poesia. Non è casuale che, pochi giorni dopo il 21, si celebra il Dantedì. Anche se quest’anno, che rappresenta ufficialmente la conclusione dell’anno dantesco, lo si festeggia più sordina, il 25 marzo con forza ci ricorda il suo significato originario: non solo l’inizio del viaggio dantesco, un cammino dalla selva oscura a rivedere le stelle, che ci accomuna – oggi come allora – al sommo poeta, ma anche l’inizio a Firenze di un nuovo anno, la speranza legata all’Annunciazione, secondo il calendario medioevale.

E non è fuori luogo ricordare che proprio nel 25 marzo del 1583 fu fondata l’Accademia della Crusca. Ricordarlo è solo una dotta curiosità? Potrebbe esserlo se dimentichiamo che l’Accademia non rappresenta solo la difesa della lingua italiana ma della cultura. Un dovere al quale dobbiamo sempre adempiere.

E l’Accademia l’ha fatto, fin dai primi di marzo, pubblicando una dura lettera firmata da oltre seicento scienziati e divulgatori scientifici russi contra la guerra di aggressione russa in Ucraina. Mai come ora ci ritornano in mente i versi di Gianni Rodari per cui La pace per gli uomini è la primavera. Potremmo scrivere queste parole in un nostro Diario di una Primavera, come il titolo di bellissime pagine di Primo Mazzolari, scritte durante gli anni bui della seconda guerra mondiale. Non possiamo incolpare la primavera di ritornare, ma dobbiamo incolpare le assurde follie che ritornano.

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