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Politica

PACIFISCHI

EDOARDO ZIN - 01/04/2022

natoNon lo nascondo: sono esacerbato dagli interventi di certi analisti che nei programmi televisivi discutono non di ciò che accade in Ucraina, ma delle cause remotissime che hanno portato alla guerra e rimproverano agli aggrediti un’irragionevole resistenza, affermando che la pace è un valore assoluto per il quale si deve rinunciare alla libertà. Sono petulanti, insolenti: a loro non interessa che la casa bruci, loro vanno alla ricerca dei motivi che hanno portato all’incendio! Sono furente contro certi pacifisti che negano il diritto ai popoli di scegliersi la propria sovranità, che non ripudiano la pace, ma smantellano il sistema difensivo. Sono inviperito contro coloro che protestavano contro la dittatura del green pass e ora giustificano quella dell’aggressore. E che dire della stanchezza che provocano certi commentatori che ripetono con parole ciò che oscene immagini già dimostrano? E della confusione mentale di certi ricercatori che inducono gli altri a credere come vero ciò che loro affermano senza portare un minimo di prova? E che fare davanti alle asserzioni di docenti universitari che non sapendo come districarsi davanti alla visione di case distrutte, di profughi in fuga, di bimbi uccisi usano il sarcasmo anziché la ragione? E dei disertori del nostro Parlamento? E della sfrontatezza con cui gli antichi amici di Putin oggi lo condannano? E dell’impertinenza di coloro che smaniavano perché l’Italia uscisse dall’Unione Europea?

Non voglio aggregarmi a tali personaggi, anche perché non ne ho la competenza, soprattutto nel valutare il retroterra storico e culturale della narrativa russa. Voglio piuttosto tentare di spiegare, con l’aiuto di documenti (per tabulas direbbero gli avvocati!) perché il rilievo delle asserzioni del nuovo Zar siano menzognere e fuorvianti.

Il difficile tentativo di accreditare la tesi secondo la quale la brutale invasione russa dell’Ucraina rappresenta una risposta comprensibile del Cremlino alla minaccia esistenziale per la Federazione Russa con l’ingresso di Kiev nella NATO è ben lontano dalla realtà e, perciò, fuorviante per tre motivi.

Il primo. A Parigi nel maggio 1997 il vertice della NATO e la Russia sottoscrissero “l’impegno a conformare la propria condotta alle norme del diritto internazionale come riflesse dalla Carta delle Nazioni Unite e nei documenti dell’OCSE” nonché il rispetto della sovranità degli Stati e della loro indipendenza, oltre che il diritto di questi ultimi a scegliere le modalità più idonee a garantire la propria sicurezza”. Vi sembra che la Federazione Russa abbia rispettato con l’invasione dell’Ucraina tale principio solennemente sottoscritto?

Il secondo. La smentita della tesi sostenuta da Putin e dagli analisti suoi mentori riguarda la tesi secondo la quale non sarebbero mai esistiti un popolo ucraino con una sua identità. Mi riferisco al “memorandum di Budapest” del 5 dicembre 1994 – il solo che alcuni commentatori citano – e che concerne la cessione alla Federazione Russa dell’imponente arsenale nucleare ereditato dall’URSS e del suo smantellamento. Con tale accordo la Russia s’impegnava “a rispettare l’indipendenza e l’integrità territoriale dell’Ucraina”, di “astenersi da qualsiasi minaccia o uso della forza contro l’Ucraina”, di “astenersi dall’esercitare pressione economica sull’Ucraina per influenzarne la politica”. Avete letto bene: dapprima la Russia fa smantellare i mezzi difensivi ucraini e poi aggredisce il paese disarmato!

Il terzo. La NATO rappresenterebbe la “minaccia” dell’ingresso dell’Ucraina nel Consiglio Atlantico.È doveroso ricordare che la NATO è sorta come alleanza squisitamente difensiva e come tale si è sempre comportata in ogni occasione nel corso della sua ormai più che settantennale storia. Il vertice di Pratica di Mare (2002) – tanto osannato da Berlusconi, titolare di questo trionfo! – conferiva alla Russia di sedersi al tavolo degli ambasciatori della NATO per discutere i più rilevanti temi di sicurezza e geo – politici di interesse comune. Tale collaborazione è proseguita anche durante i più recenti periodi di allargamento verso est dell’alleanza, iniziativa sospesa nel 2014 in risposta all’illegale annessione da parte di Mosca della Crimea, è stata ripresa nel 2016, nonostante che la NATO avesse dispiegato in Polonia e nei tre paesi baltici – su richiesta di questi ultimi – unità difensive.

Non ti sembra evidente, amico lettore, che, mentre l’Alleanza Atlantica si confrontava in buona fede con Mosca, la dirigenza russa pianificasse un’ingiustificata e ingiustificabile invasione dell’Ucraina? Per favore, rispondi evangelicamente con un “sì” o con un “no”.

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