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Attualità

RELIGIOSI TURISTI

SERGIO REDAELLI - 12/05/2012

Celebrazione liturgica notturna al Sacro Monte di Varese

Due tour religiosi alla ricerca della spiritualità. Li propone l’agenzia Land of Tourism con la collaborazione di Villa Recalcati e della Camera di commercio. “Il primo è l’itinerario mariano che va dalla Madonna nera di Santa Maria del Monte al santuario della Beata Vergine dei Miracoli a Saronno – spiega il direttore dell’Agenzia del Turismo, Paola Della Chiesa – il secondo è il quadrilatero benedettino compreso tra la badia di Ganna, il chiostro di Voltorre, il monastero di Cairate e l’eremo di Santa Caterina del Sasso. I depliant sono pronti. Li promuoveremo nei circuiti specializzati e nelle fiere”.

Incoraggiata dalle cifre, Varese riscopre l’antica devozione e mette in mostra i suoi tesori nascosti. “Si dice che i pellegrini spendano poco ma Santa Caterina del Sasso lo scorso anno ha registrato centoottantamila presenze, ottantamila più del 2010. I percorsi di fede al Sacro Monte e nelle altre località di devozione religiosa si possono abbinare al trekking nel paradiso ambientale del Campo dei Fiori, alle mete per rocciatori e biker, agli appassionati di botanica, spiritualità e buona tavola a km zero. In Abruzzo, per esempio, gli eremi di Celestino V sulla Majella sono diventati un affascinante tour dei romitaggi abbinato alla cucina povera a base di cacio, uova e vincotto”.

Il Varesotto è una provincia dalle mille attrattive. È ricca di verde, di laghi, montagne e di versatili strutture ricettive, alberghi di lusso e agriturismi. Gli accoglienti bed & breakfast sono cresciuti da trenta a centosettanta nel giro di sette anni. Nel frattempo l’Agenzia del Turismo prova a essere più presente sui mercati europei, a Milano e negli aeroporti lombardi. All’area degli arrivi alla Malpensa, l’ufficio di rappresentanza offre materiali e personale addestrato. È la prima vetrina del Varesotto per chi atterra e, ora che anche il New York Times ha scoperto il fascino spirituale del Sacro Monte, dalla Malpensa arrivano i primi pullman carichi di turisti americani.

Presto troveranno ad accoglierli un ampio parcheggio alla Prima Cappella (i lavori cominceranno nella primavera del 2013). Tuttavia, si ha l’impressione che l’incoming del turismo religioso sia stato un po’ trascurato dalla stessa Chiesa. Il sito della diocesi (www.chiesadimilano.it) elenca gli itinerari della fede cristiana in Lombardia ma per Varese cita soltanto il Sacro Monte e nell’elenco delle chiese, dei santuari e dei monasteri dimentica luoghi compresi negli itinerari giubilari nel 2000.

Molti santi passarono da Varese. Al vescovo Ambrogio sono dedicate le chiese di Giubiano, Sant’Ambrogio Olona e l’antico oratorio romanico di Calcinate degli Orrigoni e fu Ambrogio a erigere il primo altare del Sacro Monte come atto di riconoscenza alla Madonna sua protettrice.

Alle radici del cristianesimo prealpino, si ricorda Sant’Agostino come uno dei padri legati alla storia del Sacro Monte. San Giulio, cui è dedicato il lago d’Orta, fondò l’oratorio di San Pietro a Brebbia, che divenne una delle più importanti pievi del territorio del Seprio. Casciago Inferiore intitola una chiesa e una sagra patronale a Sant’Eusebio vescovo di Vercelli e a Teodolinda, la regina cattolica dei longobardi, si attribuisce l’edificazione del battistero di San Giovanni a Varese. Purtroppo non c’è la tradizione di promuovere le nostre mete religiose per attrarre i visitatori stranieri e il turismo è visto come qualcosa che si rivolge solo all’esterno.

Abbondano i suggerimenti per i pellegrinaggi a Lourdes, Santiago di Compostela, Fatima e la Terrasanta. I singoli e i gruppi, solo per rimanere in ambito diocesano, si avvalgono ad esempio del catalogo Duomo Viaggi (www.duomoviaggi.it).

Perché è così difficile valorizzare le nostre attrattive religiose inserendole in pacchetti turistici destinati ai viaggiatori di tutto il mondo? “Da una parte registro un atteggiamento che ci portiamo dietro come una eredità – ammette don Massimo Pavanello, responsabile della pastorale del turismo diocesano –. Per noi lombardi, tranne qualche eccezione, fare turismo significa prevalentemente partire per un viaggio mediamente lontano da casa. Dall’altra parte però devo segnalare un evidente cambio di marcia. Da qualche tempo, dal mio osservatorio, noto tante iniziative locali e queste spingo e incoraggio. La valorizzazione dei singoli luoghi, infatti, regge solo quando il territorio ha amore per se stesso”.

“Un’occasione di ripensamento di questa materia – prosegue Ravanello – sarà l’Anno della Fede che s’inizierà a ottobre, indetto da Benedetto XVI in concomitanza con i cinquant’anni del Concilio Vaticano II. Le applicazioni pastorali per quella circostanza sollecitano le parrocchie e i fedeli a promuovere pellegrinaggi sia verso la sede di Pietro e la Terrasanta, sia verso i santuari mariani di cui anche il nostro territorio è ricco. Tuttavia, l’efficacia dei percorsi passa attraverso il rispetto delle diversità. Un conto è il turismo religioso, un altro è il pellegrinaggio. Le due forme di cammino possono intrecciarsi in svariati ambiti, ma differenti restano le motivazioni del viaggio. Detto ciò, è necessario che ci sia una sinergia tra l’ente pubblico o privato che promuove gli itinerari e chi gestisce i luoghi sacri. Proprio come stiamo sperimentando a Milano in vista dei grandi eventi lontani come l’Expo 2015 e vicini come il VII Incontro Mondiale delle Famiglie, che si terrà dal 30 maggio al 3 giugno 2012 sul tema “La Famiglia: il lavoro e la festa” e che culminerà con la visita del Santo Padre”.

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