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Chiesa

SILENZIO

SERGIO REDAELLI - 22/04/2022

L'intervista alla Rai di papa Francesco

L’intervista alla Rai di papa Francesco

Quaranta secondi di silenzio di papa Francesco alla domanda di Lorena Bianchetti nell’intervista andata in onda su Raiuno il venerdì santo: “Santo padre, sono quasi le tre (l’ora della morte di Gesù), come dobbiamo vivere questo momento oggi?”. Il pontefice non risponde. Scuote leggermente il capo, abbassa lo sguardo con evidente amarezza e tace. Il pensiero corre all’Ucraina devastata dalla guerra e, come il papa ha ricordato poco prima, agli altri conflitti in corso in Siria, nello Yemen e in tanti Paesi del pianeta. Una terza guerra mondiale a pezzetti, l’ha definita Francesco: “Il mondo ha scelto Caino, uccidere il fratello”.

Le parole non bastano, non ci sono spiegazioni di fronte a queste tragedie. È rimasto solo lui, tra i grandi capi di Stato, a battersi per la pace a qualunque costo. È guerra tra le Chiese cristiane, ortodossi contro ortodossi, come ottant’anni fa cattolici contro cattolici nel secondo conflitto mondiale. Tace la grancassa battuta da molti media che indicavano il pericolo per l’occidente profilarsi dall’Islam e dalle migrazioni dall’Africa settentrionale. Dal mondo arabo giungono offerte per il gioco del calcio, chi invece “gioca” alla guerra per estendere il proprio potere e i propri confini geopolitici sta oggi, come nel secolo passato, nel vecchio continente.

Le parole ecumenismo e dialogo si perdono nel vento e la guerra amplifica il caos, fa esplodere le contraddizioni, semina la discordia, genera la censura e dissotterra scomode verità. Un’inchiesta dell’Espresso rivela che l’Italia esporta o movimenta armi e componenti bellici dal Qatar alla Serbia, dall’Egitto all’Arabia Saudita agli Emirati Arabi e le importa da Pechino. Un business da 14 miliardi l’anno, il doppio rispetto al 2020, un’escalation insanguinata. I media italiani discutono se togliere la parola agli osservatori che espongono in tv pareri discordanti rispetto alle scelte del governo sul riarmo. E la Russia assalitrice annuncia che punirà chi paragona l’Urss al nazismo.

Il papa in tv accusa l’Europa di razzismo, di negare i diritti e l’accoglienza, di discriminare tra i popoli.

Perfino il drammatico silenzio finale davanti alle telecamere della Rai è male interpretato, indiziato di filo-putinismo, paragonato alla formale neutralità di Pio XII – da molti storici ritenuto amico di Hitler – per paura del comunismo ateo e rivoluzionario, il “pericoloso rosso”. Ma come nota Giovanni Sale su Civiltà Cattolica (marzo 2009) “i fatti successivi alla guerra gli daranno ragione con il rapido instaurarsi di un rapporto di contrapposizione tra le due superpotenze in varie parti del mondo, dalla Grecia alla Polonia al confine tra Jugoslavia e Italia”. E ora all’Ucraina. Con tanto di minaccia nucleare.

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