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Sport

FUTURO A CHE LIVELLI

CLAUDIO PIOVANELLI - 13/05/2022

basketSe pensiamo a come si era messo a un certo punto il campionato della Openjobmetis, non c’è dubbio che il bilancio debba essere considerato positivo; la gestione di Adriano Vertemati si era rivelata fallimentare (non stiamo ora ad analizzarne le ragioni, numerose e articolate) e in alcuni momenti la salvezza era apparsa un autentico miraggio. Poi l’arrivo di Johann Roijakkers e la rivoluzione attuata in squadra, con la sostituzione dell’intero quintetto base, hanno cambiato le carte in tavola e persino illuso sulla possibilità di agguantare un posto nei playoff, un sogno svanito a causa delle sconfitte maturate nelle ultime tre partite casalinghe contro Treviso, Trieste e Sassari.

Ora la Pallacanestro Varese ha tutto il tempo per programmare al meglio il proprio futuro, un’operazione da portare avanti senza assilli ma con la chiarezza che un buon progetto richiede.

Sono tre i livelli a cui la dirigenza dovrà operare. Il primo è societario, perché Luis Scola ha assunto la carica di amministratore delegato con l’impegno di rilevare il 51 per cento delle quote del club; l’operazione potrebbe avvenire nell’arco di un solo anno ma anche di un quinquennio e già questo è un dettaglio di non poco conto. Da considerare, in proposito, la situazione debitoria della Pallacanestro Varese, che si trascina da anni.

Un secondo livello di intervento riguarda la squadra. Bisognerà scegliere l’allenatore e in questo caso Luis Scola e Michael Arcieri, il general manager chiamato dagli Stati Uniti per dargli una mano, ci hanno già dimostrato con la scelta di Roijakkers che il “giardino di casa” è troppo angusto, per cui non dovremo stupirci se a sedere sulla panchina biancorossa sarà un tecnico in arrivo da lontano. Tra i giocatori, la conferma dovrebbe riguardare Giovanni De Nicolao (ha dimostrato anche da titolare di saper guidare la squadra con autorità e profitto), Tomas Woldetensae (eccellente il suo impatto alla prima stagione in serie A), Paulius Sorokas (stessa considerazione espressa per Woldetensae), Guglielmo Caruso (talento in crescita che può solo migliorare). Justin Reyes ha dimostrato, dopo l’addio del tecnico che lo aveva osteggiato, di possedere ottimi numeri e ha già un contratto per la prossima stagione. Giancarlo Ferrero è più di un giocatore: è un capitano ed è un uomo da spogliatoio a cui sarebbe stolto rinunciare.

L’esperienza varesina sembra chiusa per Anthony Beane, tradito dalla suo discontinuità pur in presenza di un potenziale davvero eccellente. Molti gli interrogativi invece riguardo le riconferme di Siim-Sander Vene e di Marcus Keene. Il giocatore estone è prezioso per duttilità ma, alla sua terza avventura a Varese, ha mostrato limiti di continuità che dovranno far meditare su una eventuale riconferma. E Keene? Si può rinunciare a cuor leggero al capocannoniere del campionato? Al giocatore che ha “firmato” le vittorie più importanti e decisive per la salvezza? La risposta ovviamente è no; ma la sua discontinuità (anche nell’ambito della stessa partita) e il fortissimo condizionamento tecnico nei confronti della squadra impongono una riflessione. Irrinunciabile, poi, e decisiva la scelta di un pivot “vero”, a cui la Openjobmetis ha rinunciato quest’anno, decisione coraggiosa ma che sicuramente non verrà replicata.

Il terzo livello di intervento riguarda il settore giovanile. Negli ultimi tre anni la sua gestione è stata “appaltata” a Varese Academy creata da Gianfranco Ponti che ha in Fabio Colombo un direttore attento e capace e in Stefano Bizzozi (già apprezzatissimo vice di Frank Vitucci ai tempi degli “indimenticabili”) il responsabile del settore tecnico. Ora pare che Luis Scola voglia staccarsi da questa realtà e stringere un rapporto più stretto con la Robur et Fides, con cui è già in atto una collaborazione (Librizzi e Virginio hanno disputato anche il campionato di serie B con la maglia della Coelsanus). Mosse da meditare molto bene, perché dopo tanti anni di magra (l’ultimo prodotto del settore giovanile della PV ad approdare in serie A è stato Andrea Meneghin, classe 1974…) pare che nello scrigno dell’Academy siano custoditi non pochi gioiellini…

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