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Editoriale

SCIOCCHEZZAIO

MASSIMO LODI - 20/05/2022

natoA proposito d’annessione e adesione. Se ne sente d’ogni (sciocchezza). Finlandia e Svezia decidono in autonomia di sollecitare l’ingresso nella Nato. Glielo suggerisce la paura dei russi, che potrebbero invadere i loro territori, come han fatto in Ucraina. Dunque meglio un’alleanza internazional-militare che al caso gli faccia da scudo, piuttosto che un’abborracciata difesa nazional-minimale.

Questa si chiama richiesta d’adesione. Di partecipare, d’essere associati, di unirsi a un patto già benissimo funzionante. Zero di costrittivo, malvagio, pericoloso. Finlandesi e svedesi ragionano semplice: angosciati, si dan la briga di trovare riparo al pericolo. Ma il propagandismo filoputiniano, che qui da noi conta su una larga schiera d’adepti, li marchia come ingenui cooptati, inconsapevoli partner d’un progetto d’annessione atlantico, stolidi boccaloni all’amo del Pescatore Yankee: astuto, cinico, egoista, interessato e vai col peggio del peggio. I talkmen e le talkwomen addette alla diffusione del pensiero contro-americano e antieuropeo sguazzano in una marmellata di così dolce tentazione da attrarre frange volatili/volubili del popolo telespettatore.

Spostiamo la chiacchiera su beghe meno rilevanti e però sempre beghe. Parliamo di politica interna, a proposito d’annessione e adesione. Giorgia Meloni si dice insoddisfatta del vertice di centrodestra deputato a suggellare il ricementarsi d’una alleanza granitico/imperitura. La donna in cima ai sondaggi di voto non è disposta a farsi annettere da Berlusconi e Salvini. Volentieri l’adesione a un’intesa basata sui fatti. Il resto, cioè parole parole parole, no. Beh, ha ragione, la Meloni. Perché mai dovrebbe mettere il suo consenso al servizio dell’opportunismo altrui? O Fratelli d’Italia è un socio a tutti gli effetti paritario della coalizione di centrodestra e gli spetta il diritto di nomine/candidature importanti (per esempio alle prossime amministrative); oppure, tanti saluti e ciascuno per conto suo.

Infine il centrosinistra. Letta e Conte sono sempre, e con evidenza, più lontani. Il campo largo è ormai un sentiero stretto. Dunque: Conte non vuole farsi annettere da Letta, Ok 1. Letta non vuole farsi annettere da Conte, Ok 2. Perciò: o Letta e Conte sposano l’adesione ciascuno al profilo dell’altro o basta con l’insopportabile pantomima. Abbiano il coraggio d’andare per la propria strada e chi vivrà (chi voterà) vedrà (ed eleggerà). Se scomposizioni tra i grillini -Di Maio non vede l’ora- ci devono essere, ebbene ci siano. E se chiarimenti nel Pd -stop all’idea del ponte ai bersaniani- devono altrettanto esserci, ebbene ci siano. Però i recital hanno stufato, giù dal palco e dentro umilmente nella realtà. Questa è roba popolare, invece che populista. Essa sì, da annettersi, dopo avervi aderito.

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