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Ambiente

OBIETTIVO SOSTENIBILITÀ

LIVIO GHIRINGHELLI - 20/05/2022

pacAl centro della PAC (Politica agricola comune) si è posto il problema del sostegno e dello sviluppo da conferire al settore agroalimentare da parte delle istituzioni europee. L’emergere di nuove esigenze connesse alla sostenibilità ambientale, sociale ed economica impone che sia rimesso in discussione l’impianto tradizionale. Quali le novità da introdurre, quali i prossimi passi da compiere per quanto riguarda il nostro Paese?

Allorché fu avviata nel 1962 la PAC come obiettivo prioritario aveva quelli della continuità, della sicurezza, della qualità dell’approvvigionamento alimentare per i cittadini dei Paesi aderenti alla CEE. Le attività agricole dipendono dall’ambiente e dal clima e li influenzano ondate di caldo, siccità, inondazioni, eventi meteorologici estremi (ormai all’ordine del giorno), cui aggiungere la nuova diffusione di malattie delle piante. Bisogna al contempo ridurre le emissioni che alterano il clima, la tutela della qualità dell’acqua, dell’aria e del suolo, promuovere l’energia da fonti rinnovabili, vitalizzare le aree rurali. Tutto questo mantenendo una protezione adeguata di cibo sano e a prezzi accessibili per tutti, garantendo un reddito e una qualità di vita dignitosi agli agricoltori e a tutti gli operatori del comparto.

Hanno perciò fatto seguito l’adozione del Green Deal europeo e la contestuale revisione della PAC per il periodo 2023-2027. Entro la fine di novembre si approveranno tre regolamenti per disciplinare la nuova PAC; entro il 31 dicembre ogni Stato presenterà alla Commissione europea un piano strategico nazionale. Gli strumenti di sostegno entreranno in funzione dal 1° gennaio 2023. I negoziati per la revisione della PAC hanno avuto inizio il 1° giugno 2018, ma sono andati avanti molto a rilento. Primo intento quello di semplificare gli oneri per l’amministrazione e favorire strategie unitarie.

L’introduzione del Green Deal nel 2020 da parte della Commissione Von der Leyen ha reso i negoziati ancor più complessi; forti anche i condizionamenti esercitati dalle differenze esistenti tra sistemi agroalimentari degli Stati membri e all’interno dei singoli Stati. Ulteriore obiettivo introdotto, la sostenibilità sociale. Principali novità l’obbligo di riservare una quota consistente dei pagamenti diretti ai regimi ecologici (agricoltura e zootecnia biologica, produzione integrata, agricoltura di precisione).

Entro il 2026 tutti i pagamenti dovranno convergere verso un importo medio. Si dovranno attivare anche interventi settoriali in campo ortofrutticolo, vinicolo. Beneficiari diretti non i singoli agricoltori, ma forme di organizzazione collettiva. Da tenere ben presenti l’agricoltura in aree di montagna, il sostegno per l’insediamento di giovani agricoltori e per l’avvio di nuove imprese, il sostegno a favore dello sviluppo locale di tipo partecipativo, delle attività di formazione e scambio di conoscenze. Agli interventi a favore di clima, ambiente e benessere animale è riservato almeno il 35% delle risorse.

Si sono purtroppo determinati ritardi nell’adozione di norme di riferimento con la mancanza della legislazione attuativa, da colmare a breve. Il lavoro di predisposizione del Piano Nazionale è stato avviato nel secondo semestre del 2019 dal nostro Ministero delle Politiche agricole, ambientali e forestali in coordinamento colle Regioni, ma è stato interrotto nel marzo del 2020 a causa della pandemia e ripreso nel 2021. Più che cercando soluzioni tecniche per i singoli problemi si dovrà fare attenzione alla realtà nella sua complessità e interconnessione. Alla PAC si affianca per il 2021-2027 il programma Horizon Europe con lo stanziamento di dieci miliardi di euro per la ricerca in campo agroalimentare.

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