Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Ambiente

ASFISSIATI

LIVIO GHIRINGHELLI - 03/06/2022

boliviaLa Bolivia è lo Stato latino americano che più deforesta nel mondo; le imprese straniere devastano impunemente il suo territorio come fosse una propria dispensa con coltivazioni intensive, allevamenti ed estrazioni fuori misura. E i campesinos sono le vittime minacciate, oltre che dai cambiamenti climatici, dallo sfruttamento incondizionato del territorio. Nel mese di settembre i campesinos  seminavano mais, riso e manioca, colture bisognose di irrigazione regolare e costante; senza piogge e con temperature in aumento allarmante, difficili risultano colture e produzione.

La foresta pluviale amazzonica si estende su una superficie di 7 milioni di chilometri quadrati e tocca ben nove Stati dell’America latina. Formidabile vi è la biodiversità; vi si attestano 34 milioni di persone divise in 380 popolazioni indigene. In Bolivia dal 2001 al 2020 sono stati tagliati 6,11 milioni di ettari di bosco; si aggiungano l’estrazione incontrollata di materie prime come petrolio e gas, le enormi dighe che provocano inondazioni violente e distruttive. Dal punto di vista politico Evo Morales, l’ex-Presidente boliviano, fondatore e leader del MAS (Movimento al socialismo), ha sempre giocato su un doppio tavolo, ben più che a difesa della Pachamama (la Madre Terra) e delle popolazioni indigene, a favore dei grandi gruppi industriali e finanziari  Emblematico il Decreto supremo 3973, emanato il 9 luglio 2019, che ha consentito l’uso “controllato” del fuoco per lo sviluppo agricolo. Imprese cinesi si sono poi assicurate, a suon di milioni, pezzi di Amazzonia da perforare in cerca di petrolio, onde la corruzione imperante a livello istituzionale.

I grandi privati bruciano ove pare e piace e gli incendi dall’agosto 2019 hanno coperto di fiamme l’intera regione. Alle spalle della desolazione di cenere prodotta dai roghi, mandrie di bovini pascolano indisturbate. In eredità ormai restano campi di monoculture e allevamenti intensivi predatori. Si deve constatare, invece, che il ruolo di polmone della terra può essere svolto dall’Amazzonia solo se gli alberi sono in grado di catturare anidride carbonica e produrre ossigeno. Ribaltamento di paradigma: gli alberi stanno morendo liberando diossido di carbonio. C’è poi tutto il problema delle specie a rischio di estinzione. L’intera popolazione animale amazzonica è diminuita, secondo un recente studio del Wwf,  del 70 %.

La Chiesa intanto rilancia con Papa Francesco il suo grido d’allarme…

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login