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Apologie Paradossali

UN RIMEDIO

COSTANTE PORTATADINO - 10/06/2022

cooperazione(S) Dopo l’Apologia scanzonata della settimana scorsa, torniamo ad argomenti seri?

(O) Sì. Occupiamoci di una mascalzonata. Quella di affamare mezzo mondo. Non mi riferisco solamente alla chiusura dei porti ucraini per bloccare le esportazioni di grano. Posso anche trovare pertinente in parte la risposta russa: “Ma i vostri porti ve li siete minati da soli”.

(S) Pertinente se giochi a Risiko, non se questa “operazione speciale” ti ha fatto volare i prezzi anche di grano e fertilizzanti destinati al terzo mondo! Pazienza che gli europei paghino di più petrolio e gas. A paragone di africani e asiatici se lo possono anche permettere. E poi, lo sapevano. Ricordo che più di dieci anni fa organizzai un convegno sul tema della sicurezza energetica dell’Europa, cui parteciparono il presidente dell’ENI e l’ambasciatore degli Stati Uniti. Quest’ultimo dimostrò la massima contrarietà alla creazione del gasdotto Nord Stream, che avrebbe accentuato la dipendenza energetica dalla Russia. Non fu ascoltato.

(C) C’erano però due ragioni dalla parte degli europei: la convenienza economica in termini di prezzo e di certezza di rifornimento, perché quel gasdotto attraversava solo acque internazionali e non Stati potenzialmente instabili, proprio come l’Ucraina e poi contava molto il desiderio di diminuire la dipendenza dal petrolio e dal gas del Medio Oriente e dell’ Africa, oggi per noi la manna.

(S) Ma come la manna rischia di avere poca durata, tanto sono instabili e poco democratici questi regimi. Tutto ciò però non giustifica né il putinismo nostrano, né il tardivo interessamento degli enti internazionali al problema delle esportazioni di grano e fertilizzanti. Sentire accorate interviste di alti personaggi internazionali dopo 100 giorni di guerra mi fa reagire male. Come per la pandemia, si rivela l’inadeguatezza delle organizzazioni internazionali.

(C) Il risultato paradossale è che la colpa di tutto questo, almeno in buona parte dell’Africa e dell’America Latina, viene addebitata all’Occidente. Sarà un riflesso condizionato, la nevrosi anticolonialista, la fissazione antiamericana, ma ho notizie dirette da alcuni Stati africani, non solo da quelli che non hanno condannato l’aggressione russa, che cresce un sentimento popolare di avversione per l’Occidente e i suoi valori. Medvedev può impunemente dichiarare il suo odio per tutto l’Occidente, sapendo che questa dichiarazione verrà apprezzata in buona parte del mondo. Ma non la considero la peggiore delle mascalzonate, anzi è un momento di verità, dice qualcosa che pensano veramente non solo lui, Putin, i generali ex sovietici e la classe dirigente, ma buona parte dei connazionali.

(S) Un intero popolo vittima d’indottrinamento!

(C) C’è di peggio, perché non giustificato. È lo sfruttamento che fanno molti media italiani -non conosco quelli europei- specialmente i talk-show politici che fanno audience presentando i personaggi più estremisti e rissosi che nemmeno difendono un’ideologia, ma solo il loro punto di vista. Naturalmente non voglio introdurre nessuna censura. È la democrazia, bellezza! Mi addolora che certe conseguenze della guerra siano presenti solo sulla stampa specializzata e in qualche raro articolo di fondo. Ma più ancora che abituiamo la gente non a ragionare, ma a parteggiare.

(O) Come aiutare almeno queste nazioni a non entrare in un vortice di ribellioni e di lotte tribali? Per noi cristiani dovrebbero avere lo stesso valore degli Ucraini e dei Russi.

(C) Tornare alla cooperazione multilaterale. Parlando del cardinale Nicora, tempo fa, avevamo accennato all’azione della Santa Sede nell’anno giubilare 2000 per la remissione del debito estero di Paesi afflitti dalla povertà. La giustificazione di un provvedimento così straordinario fu allora la crisi valutaria, che aveva enormemente esagerato il debito, contratto in tempi meno torbidi. Oggi si presenta una situazione simile: l’inflazione e l’aumento del costo dei beni essenziali giustificherebbero un intervento straordinario. Forse non sarebbe nemmeno un costo improduttivo, se riuscisse ad evitare altri costi, come quelli di altre guerre, di altre ‘operazioni speciali’, di altre catastrofi umanitarie.

(S) Sebastiano Conformi (O) Onirio Desti (C) Costante

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