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In Confidenza

IL DONO

Don ERMINIO VILLA - 23/06/2022

poveriNella Bibbia

Il ritratto del “povero del Signore” ci è lasciato dal profeta Sofonia:

Io lascerò in mezzo a te un popolo umile e povero, che cercherà rifugio nel nome del Signore”:

non si tratta tanto degli indigenti, ma di coloro che ricercano arditamente Dio e vivono in atteggiamento di umiltà.

È questa la povertà da cercare con tutto il cuore:

- verso i beni del mondo è sobrietà, - verso gli altri è ricerca di giustizia sociale, - verso Dio è sottomissione fiduciosa.

Invece la povertà come emarginazione, degrado umano e penuria è da combattere attraverso il lavoro e la condivisione.

Gesù povero

Le beatitudini si sono realizzate anzitutto in Gesù. Egli è un esempio concreto di questa povertà, perché ha rinunciato a tutto, a una casa, ad un suo mestiere, a risorse economiche proprie, pur di essere in tutto servo del Regno.

Gesù si è fatto povero per noi. Fin dalla nascita egli è circondato da figure di poveri: a volte poveri socialmente, a volte poveri nello spirito, come i pastori, Simeone e Anna, Giuseppe e, soprattutto, sua madre Maria.

Il senso ultimo della povertà di Gesù non è la privazione, non è rifiuto del mondo o disprezzo della cultura, la paura delle ricchezze, ma è il dono. In questo senso Gesù è il povero per eccellenza, colui che ha fatto di sé radicalmente un dono, abbandonandosi del tutto nelle mani del Padre.

Beati noi

Il nostro evangelista nella prima beatitudine non si riferisce tanto a persone in condizione di povertà socio-economica, ma ai poveri nel cuore, cioè mossi da un’intenzione retta e dalla ricerca sincera del Regno.

La beatitudine dei poveri diventa così un invito alla fede, ad abbandonarsi decisamente al piano di Dio.

Ma ricordiamo che Gesù insegna anche l’abbandono della ricchezza e, al di là di ogni egoismo, ci invita concretamente alla solidarietà.

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