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Attualità

RINASCITA DEL LAGO DI VARESE

CESARE CHIERICATI - 09/09/2022

Il lago di Varese da Bodio

Il lago di Varese da Bodio

E’ fuori discussione che il Lago di Varese è stato il protagonista principale dell’estate prealpina più calda di sempre e che si avvia finalmente verso la fine. Al centro dell’attenzione per due precise ragioni: record di presenze turistiche totalizzate (70 mila pernottamenti), in buona parte propiziate dai doppi mondiali di canottaggio, Under 19 e Under 23; il colpo di teatro del ritorno alla balneazione dopo mezzo secolo di stop imposto dall’inquinamento dello specchio d’acqua provocato, per decenni, dagli sversamenti incontrollati dell’industria privata e delle mano pubblica.

I tuffi anticipati sono tuttavia sembrati a molti una forzatura propagandistica, fermo restando che i valori scientifici di riferimento consentivano l’esperimento concluso nei giorni scorsi senza che l’attività natatoria abbia però raccolto significativi consensi. Naturalmente le cose andranno meglio in futuro se il risanamento delle acque andrà avanti spedito e sarà rispettato l’ambiente circostante. Come del resto aveva opportunamente ricordato, nei giorni del ritorno alle acque, il ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, cazzaghese a tutto tondo: “Questa non è una grande piscina ma un ecosistema da rispettare”. Ovvero la Schiranna, e men che meno Gavirate, potranno diventare degli Acquafan domestici con scivoli, giochi d’acqua, piscine, nani, ballerine e quant’altro.

Si tratta di una precisazione fondamentale perché se è vero che la valenza sportiva del lago è una riscoperta molto importante, anche in termini economici, dopo anni di oblio di una vocazione già presente a partire degli anni trenta del secolo scorso, è altrettanto vero che la consapevolezza ambientale è l’altra faccia della stessa medaglia. Nel bacino del lago sport e ambiente devono infatti interagire tenendo conto 1. della presenza del sito palafitticolo Unesco dell’Isolino Virginia in fase di risveglio dopo decenni di colpevole dimenticanza 2. Di tutta la complessa realtà del territorio che si affaccia sul lago. Su questo snodo decisivo dell’equilibrio tra uomo e ambiente va ricordato che Varese già dispone di un importante lavoro di ricerca e analisi condotto dall’architetta Katia Accossato, docente del Politecnico di Milano, che opera tra l‘Italia e la Svizzera ed è da tempo impegnata nei progetti di rigenerazione delle aree urbane.

Il suo studio – condotto con un gruppo di studenti – è stato presentato alla Biennale di architettura di Venezia, la primavera scorsa, in un video prodotto all’interno dell’AQST (Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale) ed ha per titolo “Salvaguardia e risanamento del lago di Varese”. Coordinato da Regione e Camera di Commercio, quest’ultima molto attiva negli ultimi anni con la Sport commission, propone in buona sostanza un grande progetto di ricucitura tra il lago e le sue sponde punteggiate da piccoli paesi che hanno visto nel tempo affievolirsi il loro rapporto con le acque sempre più compromesse dagli inquinamenti.

Anche il Chiostro di Voltorre potrebbe essere ulteriormente rinvigorito da un museo del lago –sostiene Accossato – e da un centro studi capace di riscoprire anche il valore economico del lago stesso quando la pesca garantiva qualità e redditi sufficienti ai pescatori. La strada suggerita dall’Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale punta a restituire al bacino varesino la sua identità più vera raccordandola con le esigenze di un turismo ragionevole e governato. Ci sembra davvero un cammino promettente.

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