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Apologie Paradossali

NOI CHE SUDAVAMO

COSTANTE PORTATADINO - 16/09/2022

dc(S) Un argomento serio o uno leggero? La dura campagna elettorale o la imprevedibile e discussa ironia dell’arcivescovo Delpini nei confronti del Papa?

(C) L’ironia cattolica sarebbe divertente e forse persino istruttiva, ma possiamo rimandarla, mentre troverei di pessimo gusto trattare ancora di elezioni alla vigilia del voto. Quindi facciamolo adesso, pur con la dovuta leggerezza.

(O) Il fatto da cui partire è lo scontro a due: Meloni-Letta, organizzato dal Corsera. Una presa di distanza dal formalismo stantio della par condicio, invocata da Calenda, e trasparente conferma di una nostra tesi, che alcuni giornali importanti, strettamente legati al mondo della finanza, entrano direttamente in campo, parteggiando per questo o quel partito. Questo confonde chi crede di trovarvi informazione imparziale.

(S) Ma ti pare? Hanno scelto i due principali contendenti e il dibattito si è svolto correttamente. Ha sgomberato il campo dall’enfasi sul pericolo “fascista” e ciò non è poco.

(C) Credo che Onirio stavolta arrivi un po’ in ritardo nel valutare la logica economico-finanziaria che determina le prese di posizione dei maggiori giornali. Essendo ostili sia al populismo, sia alla mancanza di decisionalità del parlamentarismo tradizionale, essi insistono sul bipolarismo, cercando però di dare una mano affinché il centro-sinistra non venga schiacciato. Perciò mettono in ombra sia il M5S, sia il Polo di Centro. Comunque il fattore determinante il voto sembra essere ancora l’immagine del Capo che viene diffusa, direi inoculata dalla televisione.

(S) Dici bene: inoculata: infilata negli occhi, come solo la televisione sa fare. Sembra che dobbiamo scegliere tra la puntuta dialettica di Meloni, l’affaticata scamiciatura di Salvini e la fredda compostezza di Letta. Di contro si evidenziano l’ombroso rancore di Conte o la volubilità di Calenda e Renzi. Ci vorrebbe un po’ di satira nello stile di Crozza, che non riesco a rintracciare su nessun canale.  I politici veri non sono all’altezza. L’unica battuta veramente graffiante è quella di Salvini su Letta: “non l’ho mai visto sudato”.

(O) A doppio taglio! Non ho mai visto nessun grande statista sudato, nemmeno Churchill nei documentari del tempo di guerra.

(S) Ma si riferiva alle fatiche della campagna elettorale, al frequentare piazze e mercati sotto il tardivo solleone di questi giorni, non l’hai fatta anche tu, Costante, questa esperienza, in campagna elettorale?

(C) Eccome. Tenete presente che non c’era internet, che le apparizioni in TV erano appannaggio dei pochi leader e che, per i DC, la lotta era per le preferenze, che si conquistavano sezione per sezione, paesello per paesello, convincendo i responsabili locali di partito. Era un voto soprattutto di appartenenza, ai grandi ideali e alla vita quotidiana del partito. Sudavamo sì, ma tutto l’anno.

(S) Questi parlamentari vorrei rivedere, non i “personaggetti” che diventano famosi per il numero di cambiamenti di maglietta partitica che riescono a fare nel corso di una legislatura. Ridateci partiti cui affezionarci, non alleanze temporanee, messe su dai capetti di turno per sfruttare il sistema elettorale di questa volta, che sarà cambiato per la prossima, secondo convenienza.

(O) Ti do ragione, ma con una rigorosa condizione: che il tuo ragionamento non porti alla conclusione, che oggi, sia meglio astenersi. Mi è già capitato di sentire qualche conoscente, che al termine di un dibattito a due, tra persone della stessa cultura, vicine per valori, ma divise dalla scelta partitica contingente, rammaricato esclamava: “Ma allora non so per chi votare e non voterò”. Molti lettori sanno a quale dibattito alludo.

(C) Ogni scelta comporta il rischio di sbagliare. Non scegliendo hai già sbagliato. Sarebbe bene non essere costretti ad un’alternativa troppo chiusa, ma se non si comincia da questo voto a far crescere partiti affidabili, nuovi o vecchi, non ci riusciremo mai.

(S) Sebastiano Conformi (C) Costante (O) Onirio Desti

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