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Zic & Zac

CUORI FREDDI

MARCO ZACCHERA - 23/09/2022

cabineÈ stata una campagna elettorale sostanzialmente piatta, senza verve e quasi rassegnata, vissuta – più che combattuta – solo in TV e sui social, ma senza sostanziali scontri o colpi di scena.

Un turno elettorale che non ha scaldato i cuori e non ha mobilitato le piazze anche perché – presentate le liste – si sa già all’ingrosso chi entrerà nel nuovo (ridotto) parlamento e chi ne resterà fuori e le possibilità di scelte per l’elettore si esauriscono su un simbolo di partito e su candidati imposti, da scegliere c’è poco.

Tra gli esclusi in tanti avranno rimpianto il giorno in cui votarono la riduzione costituzionale degli eletti: allora tutto sembrava un appuntamento lontano ma oggi il seggio è quasi perso, evaporato, per molti senza appello.

Gli attori sul palcoscenico hanno recitato senza mordere.

Giorgia Meloni – presunta vincitrice designata, ma in attesa di conferma – sa che doveva prima di tutto evitare ad ogni costo le polemiche e il suo è stato quindi tutto un rassicurare, confermare e garantire stabilità dentro e fuori i confini, in attesa che i giorni corressero il più veloce possibile, possibilmente senza traumi e senza scosse.

Gli alleati masticano amaro: Salvini si è reso conto forse troppo tardi che stare al governo gli è costato molto in termini di consensi e visibilità e che al senso di responsabilità del dare una mano al Paese in un momento difficile non ha corrisposto un applauso della “base” e – teme – anche di molti tradizionali elettori leghisti. Per questo ha alzato un po’ i toni.

Forza Italia è ridotta ai minimi sindacali, le “pillole” del Cavaliere in TV sono state la sua unica presenza elettorale, con nessuno del suo cerchio magico che abbia avuto il coraggio di spiegare a Berlusconi che il confine tra il ridicolo e il patetico è una linea sottile: gli anni corrono per tutti, anche per lui.

Sul fronte avverso nel PD si avverte aria di vigilia per una resa dei conti. Poche nuove idee anche perché si è governanti uscenti di lungo corso e così il messaggio elettorale si limita ad un costante “al lupo al lupo” nel confronti della principale avversaria, ma – a cento anni dalla marcia su Roma – il fascismo non è forse più un tema coinvolgente e molti italiani pensano che in Europa un po’ più di fermezza non dovrebbe far male.

Il PD si è bloccato dopo lo strappo con Calenda, conscio che gli alleati che sono rimasti sono più ingombranti che utili. Forse alla fine sarà il primo partito, ma senza i numeri per governare e la resa dei conti interni sembra comunque vicina.

C’è la novità del “terzo polo” con l’inedito connubio tra Renzi e Calenda. Una fusione a freddo tra ex avversari, improvvisa e senza slanci, utile per salvare entrambi i simboli al “proporzionale” ma con la sola, possibile ambizione di essere domani l’ago della bilancia in caso di litigi tra i vincitori.

Conte ha tentato di ridar linfa al M5S che era ridotto allo stremo: obbiettivo raccogliere il voto di protesta e quelli dell’estrema sinistra difendendo i beneficiati dell’assegno di cittadinanza e cercando di recuperare qualcosa tra i delusi PD. Conte ha intanto sistemato i “fedelissimi” imbarcandoli con relativo salvagente sull’ultima scialuppa, vanificando gli esiti delle “parlamentarie”.

La serie A finisce qui, poi ci sono tutti gli altri, i “piccoli” che puntano disperatamente a quel 3% che li terrebbe in vita ma tremano di non raggiungerlo anche perché arrivarci sarà dura, a volte impossibile.

Sono quindi i “piccoli” a rumoreggiare di più per farsi notare dagli elettori distratti, soprattutto il movimento Italexit di Paragone che vede il traguardo della soglia minima alla propria portata, per gli altri pochi poche possibilità di rientrare nei giochi.

Sarà stato quindi per il clima ancora vacanziero in questa estate bollente, per i nuvoloni economici all’orizzonte e i freddi invernali in agguato, ma i cuori non si sono scaldati e tanti italiani, alla fine, forse decideranno di restare a casa all’ insegna del “tanto non cambia mai nulla e sono tutti uguali” ma soprattutto pochi o nessuno possono – senza peccato – scagliare la prima pietra.

Auguri a tutti per domenica prossima.

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