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Politica

SFIDA LOMBARDA

GIUSEPPE ADAMOLI - 07/10/2022

regioneLa Regione Lombardia da moltissimo tempo è guidata dal centrodestra. Roberto Formigoni: aprile 1995 – marzo 2013. Roberto Maroni: marzo 2013 – marzo 2018. Attilio Fontana: marzo 2018 ad oggi.

La domanda se nel prossimo inizio di primavera ci sarà un’alternanza politica ha preso forza ancora prima del varo del nuovo governo nazionale per la volontà di Letizia Moratti, attuale vice presidente con delega al Welfare, di candidarsi al posto di Fontana. Probabile che questo sia uno degli argomenti caldissimi della trattativa del nuovo governo fra Meloni, Salvini e Berlusconi.

I fatti si possono riassumere così: Moratti sarebbe ben lieta di essere candidata da tutta la destra ma sarà difficile. Salvini infatti non vuole perdere la Lombardia soprattutto dopo la caduta dal 29,65% delle regionali del 2018 al 13,9% del 25 settembre (dati Senato).

Intanto la Moratti ha già costruito la sua “Rete civica” e dalle sue dichiarazioni risulta chiaro che non ha l’intenzione di recedere dal suo proposito poiché, fra l’altro, la candidatura le sarebbe stata promessa all’atto della sua accettazione ad occuparsi della Sanità dopo il totale fallimento regionale nella prima fase del Covid.

E il centrosinistra? Sarà in grado di rappresentare una vera alternativa?
Alle elezioni nazionali ha preso in Lombardia il 27,1% di cui il 19,2 al Pd. Azione e Italia Viva sono insieme al 10,1% e il M5S al 7.3% (dati Senato).
Ma Calenda e Renzi, al di là della loro comprensibile prudenza di oggi, saranno probabilmente con la Moratti se si presenterà da sola. In questo caso la partita sarebbe molto aperta con tre possibili vincitori.

Anche se tutto ciò avvenisse il centrosinistra, con o senza i cinquestelle, per potercela fare deve presentarsi con un candidato presidente autorevole. Il solito mantra “Prima il programma e poi i candidati” qui vale poco, il tempo è stretto, tutto è legato insieme e il candidato presidente va scelto rapidamente.

Credo che le primarie siano necessarie per scegliere il candidato se non ci fosse una indicazione unanime e sincera di tutta la coalizione su una personalità già molto conosciuta.

Faccio qualche esempio: Carlo Cottarelli potrebbe non aver bisogno delle primarie per farsi conoscere ma deve dimostrare di volere davvero la candidatura. Ma Pierfrancesco Maran, bravissimo assessore di Milano città, o Emilio Del Bono, sindaco di Brescia riconfermato al primo turno, o chiunque altro, avrebbero bisogno della legittimazione popolare e delle conseguenti ricadute positive sulla propria “figura” al di fuori delle città in cui operano.

Che in questo processo ci sia una sorta di accompagnamento del centrosinistra nazionale mi pare corretto ma la proposta dei candidati, dei progetti e delle alleanze deve essere fatta in Lombardia ed è la premessa per essere credibili e competitivi.

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