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Attualità

PERSEGUITATE

LUISA NEGRI - 07/10/2022

Melbourne protest against the death in custody of Iranian woman Mahsa Amini in IranAvremo una donna per la prima volta alla Presidenza del Consiglio in Italia, un fatto storico dunque. Ma ci sono donne, in altri Paesi, che muoiono, uccise ferocemente per ordine, e per mano, di uomini che non ne vogliono riconoscere i più elementari diritti.

Perché, questi uomini, hanno paura della libertà delle donne. Temono che l’abolizione della loro schiavitù -di questo si tratta- vada a scapito del potere maschile, esercitato e sostenuto col consenso politico e religioso. Un potere che non concede alle donne diritto di uguaglianza, né di parola, né di autodeterminazione, ma impone il dovere di obbedire.

Spetta loro la sottomissione, l’asservimento totale alle decisioni della famiglia, nella scelta degli studi come dello sposo, ma anche degli abiti da portare, che umiliano la bellezza e la femminilità,

Appena la bambina inizia a essere donna, la si nasconde dietro il velo. Quasi il suo sguardo, il suo corpo, i suoi capelli fossero motivo di scandalo, e la loro esposizione agli occhi del mondo manifestazione di impurezza.

È colpa imperdonabile anche se una ciocca scivola alla vista, da sotto il velo. E allora non c’è più scampo alla furia.

La ciocca di Mahsa Amini, la ragazza iraniana che ormai tutti abbiamo conosciuto, ha scatenato la repressione. Mahsa è stata uccisa, dopo essere stata brutalmente colpita e arrestata dalla ‘polizia morale’, e il suo decesso è avvenuto in ospedale dove non è stato possibile salvarla.

È allora che è partita la ribellione. E finalmente in Iran si sono mossi anche i giovani uomini. E nelle università, a partire dal Politecnico di Teheran, è entrata la contestazione. La bionda Hadis Najafi, vent’anni, diventata a sua volta simbolo della ribellione contro gli oppressori, uccisa da sei proiettili, ha pagato con la vita. Assieme a lei centinaia e centinaia di morti e di feriti.

Il coraggio generoso e eroico di Mahsa e di Hadis ha portato una ventata di libertà che ha sfiorato e scompigliato l’intero Mondo. In tante piazze le persone sono scese in strada, per portare la loro solidarietà alle donne dell’Iran.

Intanto l’Europa è in guerra e i diritti umani vengono ogni giorno calpestati.

I patimenti delle donne ucraine si sono incrociati idealmente con quelli delle donne iraniane, e delle afghane, ma anche dei giovani russi renitenti alla leva, o spediti al fronte in Ucraina, o degli studenti, a rischio repressione, del politecnico di Teheran.

L’arresto in Iran di Alessia Piperno, una ragazza italiana, è, mentre scriviamo, notizia delle ultime ore. Pare abbia espresso qualche parere, risultato non gradito.

Sembrano lontani i tempi in cui Oriana Fallaci, volata in Iran per intervistare Khomeini, si toglieva il chador in segno di sfida, durante l’intervista. E invece, ancora oggi, è meglio non provarci.

Ma la voglia di libertà cova ormai ovunque sotto la cenere. E i giovani, loro sì, sanno leggere i segni del tempo. Che, lasciato alle spalle il Novecento, marcia verso la modernità.

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