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Attualità

L’IPERSONICO

FLAVIO VANETTI - 14/10/2022

drakoAll’improvviso nel mondo dell’aviazione civile è tornato di moda l’aereo in grado di superare il muro del suono. E se Overture della Boom Technology (conosciuta anche come Boom Supersonic) è un supersonico “light” – ovvero in grado di volare a Mach 1,7 e dunque al di sotto del fatidico Mach 2 raggiunto dal Concorde -, che sta raccogliendo i primi ordini e le prime opzioni, un gruppo di tecnici ha messo a punto qualcosa di ben più estremo: un velivolo ipersonico, da Mach 3 e oltre, capace di volare da Parigi a New York in poco meno di due ore e da Londra a Singapore in due o poco più.

Il nome dato a questo “concept plane” è Drako e a giudicare dalla livrea che mostra nei primi rendering e in una clip che descrive il suo funzionamento sembra proprio che sia stato pensato in Francia: i colori che vediamo nelle immagini sono infatti quelli dell’Air France, che incidentalmente fu anche une delle due compagnie (l’altra era British Airways) che utilizzavano il Concorde, tanto affascinante quanto dalla storia controversa.

Drako è pensato per le cosiddette “rotte tronche” o dirette, quelle di norma oggi coperte dai Boeing 777 e 787, dagli A330 e dai nuovissimi Airbus 350. Ma rispetto a questi aerei, dalle prestazioni diciamo così tradizionali, il potenziale velivolo del futuro avrà una velocità enormemente superiore. Così come molto maggiori saranno le dimensioni: se guardate con attenzione i dettagli della clip che gira su Youtube, potrete facilmente rendervi conto che siamo in presenza di un gigante; in alcuni passaggi lo si vede agganciato a un finger aeroportuale a fianco di un normale “collega” di oggi, che al confronto sembra veramente un nano.

Per superare certe barriere velocistiche Drako sfrutterà una coppia di motori TBCC, sigla che sta per Turbine-Based Combined Cycles. La filosofia di utilizzo è in fondo semplice: bisogna impiegare il motore più efficiente rispetto alla velocità di quel momento. Quindi in condizioni di basse velocità può essere sufficiente un tipico motore turbofan. Ma sull’oceano si passa al ramjet per superare la barriera del suono e andare oltre; e il turbofan viene spento fino a quando non sarà di nuovo necessario. Mentre i due propulsori condividono l’aria in ingresso (le “bocche” d’accesso sono molto grandi: un altro aspetto che risalta nelle dimensioni del velivolo), all’interno della fusoliera i flussi si separano. Nella fase della decelerazione per l’atterraggio avverrà invece un processo contrario.

Drako può raggiungere Mach 3 a 95 mila piedi, ma probabilmente sarà in grado di spingersi a Mach 6 dove possibile. A causa della grande velocità, la coda non può assolutamente incidere nelle virate. Per questo motivo l’aereo è stato concepito con la formuia canard (la stessa usata sull’XB70 Valkyrie, l’erede mancato del B52), che consente di girare a Mach 3.

Il disegno proposto è bellissimo, il progetto consente davvero un balzo nel futuro. Resta solo da capire se chi ha avuto la bella pensata è andato troppo oltre: nel dubbio, allacciate le cinture di sicurezza.

Da Corriere.it

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