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Cultura

TONACA E FUCILE

CESARE CHIERICATI - 21/10/2022

giannantoniPare proprio in via di superamento il tempo della cosiddetta “memoria grigia” per i cattolici che a vario titolo collaborarono con la Resistenza prima e durante la Seconda guerra mondiale. Questa affermazione è un passaggio molto importante, ma rimasto sottotraccia, di un convegno nazionale svoltosi nell’aprile del 2015 a Bozzolo, un paese del mantovano consacrato alla memoria di Don Primo Mazzolari, sacerdote – partigiano simbolo indiscusso dell’opposizione cattolica al fascismo mussoliniano e alla Repubblica sociale italiana di Salò (RSI).

A partire dal 1947 nel mondo cattolico prevalse infatti una spinta ideale diretta a sottolineare e a valorizzare più l’opera di assistenza e sostegno attivo ai perseguitati dal regime che le azioni di contrasto, anche militare, al regime stesso. Un atteggiamento almeno in parte spiegabile con la volontà di tenere distinta la posizione della Chiesa dal fronte antifascista egemonizzato dal Partito Comunista e con lo “scoppio” della guerra fredda tra il blocco atlantico e quello sovietico.

Sul piano della storia il mondo cattolico scelse quindi di veicolare la lotta resistenziale come una lunga e generosa serie di atti eroici individuali compiuti da molti sacerdoti e militanti laici. Si tralasciò in buona sostanza di dare sufficiente risalto alla dimensione collettiva di un impegno che era stato numericamente importante e umanamente molto generoso. In realtà l’insieme delle parrocchie, dei conventi e dei seminari si rivelarono un importante rete di sostegno alla lotta partigiana.

Un ruolo di particolare rilievo anche in terra prealpina l’ebbe l’Oscar, Organizzazione Soccorso Cattolica Antifascisti ricercati. Alle prudenze e alle reticenze delle alte gerarchie – numerose vedevano nel fascismo un argine indispensabile al comunismo – fece invece riscontro un impegno concreto di sacerdoti, suore e laici “per salvare i fratelli in pericolo: ebrei, antifascisti, politici, militari, studenti”.

Con la consueta perizia e tenacia, su questo terreno in buona parte ancora inesplorato, si è mosso lo storico varesino Franco Giannantoni ricostruendo quanto è accaduto in quegli anni terribili in provincia di Varese nel libro “La tonaca e il fucile – ribelli per amore e senza odio”. Seicento pagine raccolte in due volumetti, il secondo dei quali esclusivamente di fotografie e documenti mentre il primo, in 24 avvincenti capitoli, cerca di fare luce sulla Resistenza cattolica prealpina partendo dalle tre principali città del territorio (Busto Arsizio, Gallarate, Varese).

Tutte e tre guidate da preti molto avveduti, come del resto lo erano anche gli audaci parroci di confine – Cantello, Clivio, Saltrio, Viggiù – costretti a misurarsi con la tragedia dei seimila ebrei in fuga verso la Svizzera. La Confederazione alternava infatti slanci umanitari di accoglienza a dolorosissimi respingimenti. Quasi in ogni pagina della ricerca ci si imbatte in personaggi, per lo più rimasti in ombra, che hanno assunto rischi gravissimi per se stessi e per le proprie famiglie in una Varese capillarmente presidiata da tedeschi e neofascisti della RSI.

Una città dove si muovevano con accortezza e coraggio sacerdoti indimenticabili come don Natale Motta, don Franco Rimoldi, don Ubaldo Mosca e don Luigi Locatelli. A quest’ultimo è dedicato il ventesimo capitolo intitolato: “Don Luigi Locatelli, l’abile e ardimentoso tessitore della resa tedesca” in cui si ricostruiscono, passo dopo passo, i giorni palpitanti (a partire dal 12 aprile 1945) della trattativa con il maggiore dell’esercito germanico Anton Lebherz, comandante della Piazza varesina. “Un uomo pacato, docente di latino e greco nel Liceo di Lauingen, cittadina sul Danubio, in Baviera” annota l’autore. Un elemento biografico questo che avrà un peso non indifferente nel complicato ma positivo dialogo tra le due parti.

Nel Prologo che apre la sua documentatissima ricerca Franco Giannantoni scrive: “… ora che ho conosciuto i volti di tanti piccoli grandi preti, ho voluto saldare il mio debito con tutti coloro che dalle Canoniche…non rinunciarono mai a soccorrere coloro che, nella disperazione e nel tormento, avevano implorato aiuto”.

La tonaca e il fucile – ribelli per amore e senza odio, di Franco Giannantoni, Edizioni Amici della Resistenza /quaderno n. 10 sarà presentato sabato 12 novembre, ore 18, alla libreria Ubik di Varese, piazza del Podestà 1.

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