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Attualità

SEI VARESINI A ROMA

FABIO GANDINI - 28/10/2022

Umberto Bossi torna alla Camera

Umberto Bossi torna alla Camera

Uomini e donne. Giovani (non giovanissimi) e decani. Destra, sinistra e centro, a rappresentare l’arco politico completo e, di conseguenza, anche i voti di un’intera provincia abitata da circa 800mila persone.

È nutrita la rappresentanza dei varesini a Roma per la XIX legislatura che ha appena visto l’insediamento del governo guidato da Giorgia Meloni. Sei i parlamentari: Giancarlo Giorgetti, cui è stato affidato anche il delicato compito di presiedere il ministero dell’Economia, il “collega” leghista Stefano Candiani, l’ex sindaco di Luino Andrea Pellicini, nell’ampia squadra del partito – Fratelli d’Italia – che ha dominato la tornata elettorale, Maria Chiara Gadda, volto di punta dell’alleanza di centro tra Azione e Italia Viva, e Alessandro Alfieri, rieletto per la seconda volta in Senato nelle fila del Partito Democratico.

In extremis la pattuglia ha potuto contare anche su Umberto Bossi, prima escluso sul filo del conteggio, poi ammesso per quella che sarà la sua nona legislatura.

Cosa si aspetta il nostro territorio da questa squadra bipartisan? La soddisfazione dei bisogni locali dovrebbe sempre occupare una parte centrale nel rapporto di rappresentanza che si instaura, per il tramite del voto, nel mandato che il cittadino conferisce al politico prescelto, mentre in realtà spesso si perde, come se chi entrasse in Parlamento lo facesse per giocare una partita solo nazionale. L’auspicio è che stavolta non sia così.

Il Varesotto non chiama urgenze, ma pone sul tavolo una serie di questioni irrisolte e di esigenze che, se affrontate per davvero, permetterebbero di rilanciarlo e renderlo protagonista, dando corpo alle sue potenzialità.

Da anni si discute di Zes, Zone economiche speciali, riguardo a Malpensa, ciò che meglio rappresenta le potenzialità di cui sopra. Essa ci connette all’Europa e permette di avere le materie prime non solo alle nostre aziende, ma anche a tutte quelle del Nord Italia: renderla un “porto franco” darebbe nuova linfa a tutto il sistema economico che le gravita intorno. E un discorso simile interessa anche l’area di confine, che peraltro ancora aspetta la piena ratifica degli accordi di frontalierato con la Svizzera: bisognerebbe incidere sul cuneo fiscale, in modo da disincentivare la migrazione lavorativa arrestando quel processo che vede Varese e l’Italia formare la manodopera e poi “regalarla” alla Confederazione.

Non meno importante è l’accento da porre su tutte le infrastrutture: i collegamenti con Milano, per esempio, gravati da ferrovie di un secolo che non c’è più e da un’autostrada che perde la sua utilità appena si ramifica nelle arterie secondarie (vedi, e torniamo ancora lì, la famigerata statale 336 che serve Malpensa in maniera non degna di un hub così importante).

E chissà se a Roma si potrà parlare anche di funicolare del Sacro Monte, così poco indispensabile se si pensa ai massimi sistemi eppure così fondamentale – soprattutto se arrivasse in cima al suo percorso originario – nel valorizzare una bellezza unica nel portafoglio estetico di questo territorio.

Inevitabile è infatti parlare anche di turismo: non rimaniamo ai margini, non facciamo – soprattutto – che della questione si debbano occupare solo gli amministratori locali. Il piatto più ghiotto all’orizzonte sono le Olimpiadi di Milano-Cortina del 2026: per goderne appieno non basta un palaghiaccio nuovo… Servirebbe molto di più ricordarsi che ci sarà letteralmente un mondo di atleti, accompagnatori, tecnici, famiglie e turisti, ovvero milioni e milioni di persone, che – per prendere parte all’evento – atterrerà in provincia di Varese. L’occasione è di portata storica.

Ai nostri parlamentari, davanti a queste e altre questioni, si chiede soprattutto una cosa: fare squadra. Quando si pensa a “casa”, diventa più facile superare divisioni e differenze politiche e ideologiche: sarebbe, anzi, una medaglia al merito. Giorgia Meloni – che all’istruzione ha affiancato proprio il concetto di Merito, creando un ministero ad hoc – ne sarebbe favorevole: anche i nostri rappresentanti sono “studenti” che se la devono sudare sui banchi, sebbene non di scuola…

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