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Attualità

50 ANNI DI UMANITÀ

LIVIO GHIRINGHELLI - 28/10/2022

mediciIl 2021 è stato l’anno in cui Medici senza Frontiere ha compiuto il suo cinquantesimo di attività. Si tratta di un’organizzazione umanitaria internazionale indipendente, fondata per fornire soccorsi in tutti i Paesi in cui la popolazione è minacciata nella sua sopravvivenza da conflitti armati, violenze, epidemie, pandemie, disastri naturali, con esclusione dell’assistenza sanitaria. Principio fondamentale quello dell’etica medica, rivolta senza discriminazioni di alcun tipo a soccorrere i bisogni vitali delle persone. La sua indipendenza, neutralità imparziale è garantita da donazioni, che per il 2021 sono risultate in Italia di 71.513.149 euro (per il 41% una tantum, per il 59% dovute a contributi regolari). Il 79,9% è stato determinato in termini di contributi diretti ai progetti, il 14,2% proveniente dal 5xmille con le stesse finalità.

Accanto alle erogazioni liberali di 305 mila donatori le scelte del 5xmille hanno riguardato 191.413 sottoscrizioni. Il 2021 è stato un anno pieno di sfide per MSF. Il Covid 19 è stato un virus trasformato per fortuna in una malattia da combattere soprattutto con l’arma dei vaccini ma purtroppo non accessibile a tutti in maniera equa per il mancato trasferimento del know-how delle necessarie tecnologie coperte da brevetti a tutto favore delle multinazionali. Reparti specifici di MSF hanno funzionato emergenzialmente in più di 70 Paesi, soprattutto in Yemen, dove la guerra si protrae da sette anni e ad Haiti, ma anche in Libano e Perù. Il ritiro delle truppe americane dall’Afghanistan ha provocato parecchi squilibri, una profonda crisi economica e il collasso del sistema sanitario, che dipendeva dagli aiuti internazionali. È intervenuta anche un’epidemia di morbillo. Sempre preoccupante il circolo vizioso di violenze e sfollamenti in Congo per le tensioni che ormai da cinque anni provocano conflitti tra le comunità.

Imperversano le malattie tropicali, che affliggono particolarmente le persone povere nel sud del mondo senza vaccini, strumenti diagnostici limitati e l’inaccessibilità delle cure, per non dire della febbre gialla, endemica in 34 Paesi dell’Africa e in aumento nell’America centrale e meridionale. A Gaza i casi di Covid 19 tra marzo e aprile sono passati da meno di mille casi a settimana ad oltre mille al giorno. Il terremoto del 14 agosto ad Haiti ha reso urgente l’emergenza.

In Siria a dieci anni dallo sviluppo della guerra 13 milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria. Allarmanti sono altresì le conseguenze del tifone che si è abbattuto sulle Filippine il 16 dicembre. Fallimentari in Messico le politiche di asilo come le deportazioni di massa dagli Stati Uniti. In Italia a Lampedusa MSF è intervenuta nel corso di 343 sbarchi a soccorso delle vulnerabilità sanitarie e con 53 sessioni di salute mentale. Anche l’America Centrale colpita da frequenti uragani necessita di supporti psicosociali.

Ogni giorno nel mondo più di 65 mila persone di decine di nazionalità diverse si impegnano nell’assistere popolazioni coinvolte in vari contesti di crisi (medici, infermieri, amministratori, epidemiologi, tecnici di laboratorio, esperti di salute mentale), con una componente importante di italiani. La deontologia è quella prevista dalla professione. Nei prossimi mesi, o forse anni, la maggiore sfida riguarderà la guerra in Ucraina per i danni diretti, i diritti violati e gli imprescindibili squilibri che allarmano il mondo.

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