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In Confidenza

SERENI DENTRO

Don ERMINIO VILLA - 28/10/2022

santiIo non amo la gente perfetta, quelli che non sono mai caduti o non hanno mai inciampato. A loro non si è svelata la bellezza della vita” (B.Pasternak).

La Chiesa unisce in due giorni vicini il ricordo di santi e morti: oltre ai Santi canonizzati ci sono quelli di casa nostra che insegnano a diffidare dalle persone ‘perfettine’.

Il loro ritratto è nelle Beatitudini, la carta d’identità di Gesù: in quanto crocifisso è povero, afflitto, affamato, perseguitato; in quanto risorto è consolato, trova misericordia, vede Dio come Padre, è riconosciuto e chiamato Figlio di Dio.

Per noi beato è chi vale, chi ha, chi può, chi conta! L’uomo di oggi dichiara il suo star bene senza padre e senza valori (“beato chi non ha regole!”), senza madre e senza premura (“beato chi se la gode!”), senza fratelli e senza gratitudine (“beato chi si è fatto da solo!”).

Per Gesù è beato chi trova una felicità “senza oggetto”: ci basta una serenità interiore che non ha bisogno di dipendere da cose o da persone, da “like” o da “followers”.

Non esclude le lacrime, ma le versa trasformandole in collirio. In gioco non c’è il luccichio della “bella vita”, ma la luminosità di una “vita bella”, come quella dei nostri morti, santi casalinghi.

Pregando per loro diciamo “riposino in pace”, cioè godano “l’eterno riposo”, il riposo di Dio al termine della creazione.

Forse non ci hanno mai detto come vivere, ma hanno vissuto e ci hanno fatto osservare come lo facevano.

Ora possono illuminare i nostri passi incerti, custodire le nostre case minacciate dalla paura e dal male, reggere e proteggere i cuori spaventati e feriti, governare e guidare verso la salvezza noi e la nostra società.

Li preghiamo anche per le persone a noi care. Noi stiamo giocando la partita della vita, ciascuno col suo ruolo, corriamo avanti e indietro, fino a quando il grande arbitro fischierà anche per noi il momento dell’uscita dal campo.

Ma fino ad allora i nostri santi fanno il tifo per noi, condividono la nostra gioia nell’ora della gloria, ci incoraggiano quando siamo affaticati, ci spronano se gli avversari schiacciano e ci sentiamo perdenti, ci ammoniscono se commettiamo falli sleali, ci fischiano se mediocremente non ci mettiamo in gioco.

I nostri Santi di casa ci insegnano a gustare fino in fondo una “vita bella”, a renderci conto di tutto ciò che ci viene donato, a scegliere una qualità alta contro la mediocrità, a cogliere il valore della beatitudine evangelica, quella pienezza di vita che è grazia, è gratis, è grata.

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