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Attualità

PARLAR D’ALTRO

GIANFRANCO FABI - 03/11/2022

Potere Legislativo. Potere Esecutivo. Potere Giudiziario. TESI DI MONTESQUIEU.In questi primi passi del nuovo Governo ci sono stati temi di cui si è parlato molto (troppo) e temi che non hanno trovato eco né tra i politici, né tra i giornalisti. Nel primo caso mi riferisco alle polemiche sui tetti ai pagamenti in contanti, nel secondo alla sempre più forte anomalia della sovrapposizione dei poteri tra Governo e Parlamento.

Si è parlato molto, ma soprattutto a sproposito, della possibilità di aumentare da duemila a diecimila euro il limite entro il quale sia possibile acquistare beni o servizi. Il fatto che si sia arrivati, sembra, ad un compromesso attorno ai cinquemila euro, può consolare solo per il fatto che di questo tema si possa smettere di discutere. È un tema infatti che offre l’impressione di voler parlar d’altro rispetto ai veri problemi del paese. Sì perché il tetto al contante non serve a nulla. Se si vuole effettuare un pagamento “in nero”, evadendo imposte e tasse, non c’è limite giuridico che tenga. E peraltro si è parlato molto poco del principale motivo che dovrebbe stare alla base della riduzione dell’uso (al di là del tetto) dei contanti: il tema della sicurezza. Con meno contanti non avremmo più spettacolari rapine ai furgoni portavalori, le guardie giurate di fronte alle banche potrebbero fare mestieri meno noiosi e non si parlerebbe di chi perde il portafoglio gonfio di contanti.

L’avvio della nuova legislatura ha peraltro portato alla ribalta con maggiore evidenza del passato un’anomalia rispetto ad uno dei capisaldi delle democrazie moderne, la separazione dei poteri. Una teoria tradizionalmente associata al nome di Montesquieu, il filosofo francese, che nel suo libro “Lo spirito delle leggi” scrisse che “Chiunque abbia potere è portato ad abusarne; egli arriva sin dove non trova limiti […]. Perché non si possa abusare del potere occorre che […] il potere arresti il potere”. Ecco allora l’utilità di attuare una reale separazione tra il potere legislativo (il Parlamento) e quello esecutivo (il Governo), così tra questi due poteri e quello giudiziario.

Bella teoria. Ma si dà il fatto che in Italia ministri e sottosegretari sono tutti (o quasi) membri del Parlamento e non è prevista alcuna incompatibilità. E quindi c’è un forte intreccio tra chi controlla e chi dovrebbe essere controllato: un ministro propone una legge e poi va lui stesso in Parlamento ad approvarla. E peraltro con due Camere a ranghi ridotti rispetto al passato il voto dei componenti del Governo sarà spesso fondamentale per far passare un provvedimento.

Ma una riforma costituzionale che imponga, come in Svizzera, le dimissioni da parlamentare di chi assume incarichi di governo avrebbe ben poche possibilità di essere presentata: la politica non accetterebbe mai di autolimitare il proprio potere.

E quindi continuiamo a discutere di problemi che non ci sono e lasciamo ai nipoti dei nostri nipoti la possibilità di realizzare una più efficiente organizzazione dello Stato.

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