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In Confidenza

JERUSALEMA

Don ERMINIO VILLA - 03/11/2022

cristoreLa festa di Cristo Re dell’universo sembra fuori dal tempo. A Pilato che gli chiese: “Tu sei re?”, Gesù rispose: “Il mio regno non è di questo mondo”. Il governatore però scrisse la condanna, in più lingue e la appesa alla croce: I.N.R.I. Gesù Nazareno Re dei Giudei.

La città, scandalizzata, si ribellò perché il corrispettivo ebraico del latino I.N.R.I. diventava Y.Ha.W.Hè. Yeshua Hanotsari Wemelek Hayehudim: il nome santo di Dio.

Ma dove è questo regno? Come è la “nuova” Gerusalemme? Per qualcuno questi sono temi fuori moda, non toccano, soprattutto giovani o intellettuali. Ma non è così! Basti pensare al tormentone diventato famoso grazie a Master KG ft Nomcebo, ma di più per Tik Tok.

“Jerusalema” non è più una città, ma è “uno spazio”, cioè uno stile, un’occasione, un orizzonte: è città/spazio della pace che promette sicurezza con le sue mura possenti e stabili; è città/spazio della giustizia, coi seggi del giudizio e le colonne della cultura; è città/spazio della fede col tempio per incontrare Dio che la rende la terra santa; è città/spazio della speranza che annuncia un al di là.

Anche il disorientamento della pandemia può trasformarsi nel desiderio di un nuovo viaggio.

Ma serve molto coraggio a volerlo, perché quando Gesù ci insegna a chiedere “venga il tuo regno” ha in mente se stesso come il crocifisso risorto, cioè un re che non sta sui tappeti dei perfetti, ma sui passi dei deboli; non è tollerato dall’ottusità anche religiosa e politica; salva gli altri e non se stesso; come trono ha un patibolo e come corona delle spine; a lui non interessa elargire benefici, ma ci invita ad essere “regali”, come lui.

“Farsi regali” come? La griglia di giudizio e i criteri di verità per Dio sono i gesti tipici di ogni mamma: dar da mangiare, vestire, curare, attendere, capire, liberare. Non ci sono azioni religiose. C’è solo una realtà spiccia in cui essere dei “regali: quando ognuno diventa dono per l’altro.

Ma più che “re” come Cristo, ci è comodo avere l’alibi del “così fan tutti” per i nostri comodi, ma soprattutto ci piace premiare chi scodinzola e sparare su chi pensa diverso.

Scegliere il suo stile di re fa sballare. Scegliere di essere dei regali fa traballare. Questa è Jerusalema! Chiede di smuoverti per metterti in ballo: “Jerusalema, la nuova Gerusalemme, è la mia casa, guidami, portami con te, non lasciarmi qui! Il mio regno non è qui…”. Allora ha proprio senso ed è bello dire: venga il tuo regno!

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