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Artemixia

EXPORT DI ROMANTICI E SCAPIGLIATI

LUISA NEGRI - 16/12/2022

Se si ha l’occasione di visitare a Novara -nella bella sede del Castello Visconteo Sforzesco- la mostra Milano da Romantica e Scapigliata, capiterà di incontrare, accanto ai capolavori di Francesco Hayez e di Tranquillo Cremona, di Daniele Ranzoni e Giuseppe Molteni, di Mosè Bianchi e Giuseppe Bertini, e molti altri protagonisti, anche alcune preziose opere provenienti dai nostri musei civici varesini.

Divisa in otto sezioni, curata da Elisabetta Chiodini, la rassegna offre la possibilità di avvicinare, attraverso i lavori di grandi maestri, scorci della città e presenze illustri del capoluogo milanese, dagli anni dieci ai primi anni ottanta dell’Ottocento. Quasi rincorrendo, tra luci e ombre delle grandi architetture -il Duomo e la Galleria Vittorio Emanuele, la Scala e tanto altro- sentori di profumi e di odori buoni: di pane e di caffè, di acque, quelle dei Navigli, di chiese e sagrestie. Il tutto raccontato dai migliori artisti che Milano conobbe in anni di cambiamenti storici fondamentali. Dalla dominazione austriaca teresiana alla Repubblica Cisalpina, alla Restaurazione. Fino alla riottenuta libertà.

Due importanti lavori di provenienza varesina sono a firma di Giuseppe Bertini (1825-1898) e di Eleuterio Pagliano (1826-1903).

Ai Musei civici di Varese Pagliano è presente con il suo importante lavoro dedicato allo sbarco di Garibaldi a Sesto Calende, avvenuto il 23 maggio del 1859. L’interesse per la grande opera, raccontata con una full immersion in quegli anni di fervore politico e di aneliti di libertà, attrae ormai generazioni di scolaresche. L’epica rappresentazione, che vede l’Eroe dei due mondi circondato dai suoi fedelissimi, propone volti e nomi che hanno costruito, con entusiasmo, a volte con la stessa vita, il Risorgimento italiano.

Giganteggia l’immagine del barcone ondeggiante nell’acqua, si avverte il fremito delle onde e degli uomini impegnati nella nobile causa.

Tanto diversa e intimistica si rivela invece l’opera dello stesso, un olio su tela, con una giovane donna intenta alla lettura, Il libro di preghiere, (1857-58) che i nostri musei ospitano da tempo. Ma che è ora in rassegna a Novara.

Tutt’altra atmosfera e racconto, dunque? Il Pagliano vi si ispirò durante un viaggio a Firenze, pare influenzato da certe suggestioni letterarie trecentesche. Ma l’abito della donna è, a ben vedere, tricolore.

Eleuterio Pagliano, Il libro di preghiere, (1857-58)

Eleuterio Pagliano, Il libro di preghiere, (1857-58)

L’opera fu donata ai musei dalla famiglia del notaio Bonazzola, assieme all’altro lavoro in mostra, La ragazza coi fiori (1860-1870) di Giuseppe Bertini, che risulta inserito in una cornice uguale alla prima. E appare ispirata al IV atto dell’Amleto e alla figura di Ofelia. Quando, turbata dalla morte del Padre, la donna distribuisce fiori nella sala del trono.

Giuseppe Bertini era membro di quella famiglia di artisti noti per aver realizzato diverse vetrate a mosaico all’interno del duomo milanese.

Un altro nome spicca nella mostra novarese, tra i pittori del nostro territorio. Si tratta di Giovanni Carnovali, detto il Piccio (1804-1873). Sue le belle opere Ragazzo con berretto rosso e Autoritratto, (entrambe del 1838-40), Bambina con bambola(1864) e il Ritratto di Gino Caccia(1862).

Amatissimo da Piero Chiara, che ne collezionò alcuni dipinti e ebbe più volte a scriverne con ammirazione, originario di Montegrino, fu esponente della scapigliatura lombarda, raffinato e personalissimo anticipatore di un’arte che guardava avanti, svincolata da schemi accademici precostituiti. Il colorismo del Piccio offriva il sentimento e l’agire artistico di un originale innovatore. Fu

Giuseppe Bertini, La ragazza coi fiori (1860-1870)

Giuseppe Bertini, La ragazza coi fiori (1860-1870)

libero in arte come nella vita, una vita solitaria e vagabonda che si concluse drammaticamente nelle acque del Po, dove amava prendere i suoi bagni quotidiani.

Encomiabile, oltre che interessante da scoprire, appare questa voglia crescente di confronto e rispecchiamento tra regioni e territori limitrofi, diversi eppure vicini nel corso della storia, per culture affini e per quel particolare amore verso la creatività artistica. Che trovò massime espressioni e possibilità di realizzazione e incontri fertili proprio nel capoluogo lombardo.

Novara, con le sue belle mostre, è al suo quarto appuntamento al Castello, dopo gli omaggi a Ottocento, al Divisionismo, infine alla Serenissima. 

Milano da Romantica a Scapigliata
Novara Castello Visconteo sforzesco
Piazza Martiri della Libertà, 3
Fino al 12 marzo 2023
 
Martedì- domenica 10.00-19.00
il catalogo della mostra è di Mets percorsi d’arte
Banco BPM main sponsor
Media Partner La Stampa
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