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Cultura

SIMBOLISMO ALLA BEETHOVEN

LIVIO GHIRINGHELLI - 16/12/2022

fidelioNella storia dell’opera tedesca dal Settecento a Wagner, teatro di contenuti epici che vengono portati alla massima espressione ed esaltazione, il Fidelio ha incontrato una fortuna controversa tra detrattori e sostenitori, gli uni addebitandogli una musica a urti, sbalzi, capricci, non già alleata, ma schiava della parola e dei recitativi, gli altri una dimensione schiettamente strumentale con spostamento del centro di gravità musicale e drammatico nel fluire ininterrotto di melodia vocale, tessitura orchestrale, divenire tipico del “teatro dell’avvenire” (Wagner).

Il testo affonda le radici in un dramma di J. Nicolas Bouilly, prolifico autore teatrale francese, dal titolo “Leonora o l’amore coniugale!”. L’opera conquista il pubblico di mezza Europa, destando anche l‘interesse di F. Paer (Dresda 1804) e di S. Mayr (Padova 1805). Risulta da numerosi documenti che Beethoven avesse già composto una considerevole parte del suo Fidelio prima della rappresentazione nel 1804 della Leonora di Paer.

Trama (in tre atti): Florestano, imprigionato senza colpa dal governatore Pizarro, (l’intreccio è ambientato nella Siviglia del XVII secolo) è soccorso da Leonora, che per salvare il suo sposo decide di travestirsi da secondino, introducendosi nella fortezza sotto il falso nome di Fidelio. Marcellina, figlia di Rocco, il capoguardia delle carceri, si innamora di Fidelio/Leonora, suscitando la gelosia del fidanzato Giachino. Nel secondo atto assistiamo all’accorato lamento di Florestano. Rocco e Fidelio/Leonora preparano nella cella la fossa destinata alla sepoltura del prigioniero dopo l’esecuzione. È il momento del riconoscimento tra Florestano e la sposa. Florestano abbattuto, stremato da fame e dal freddo, vede Leonora intervenire gettando le vesti di Fidelio e puntando la propria arma contro il governatore. Ma uno strillo di tromba annuncia l’arrivo di don Fernando, inviato dal re. Florestano e Leonora si possono riabbracciare. Don Fernando fa imprigionare Pizarro e fra gli inni del coro decreta l’innocenza di Florestano.

I personaggi perdono i connotati umani per divenire simboli universali; il messaggio spirituale di cui don Fernando si fa portavoce è un’esaltazione della libertà e della fratellanza umana contro la violenza della tirannide e anticipa il tratto più ardito della nona sinfonia di Beethoven.

La prima stesura del Fidelio, concepita nel 1803 (anno dell’Eroica e della sonata Aurora) occupa il breve tempo tra la fine del 1804 e l’estate del 1805. All’origine, in seguito a un contratto stipulato da Beethoven con Peter von Braun, direttore del Teatro di Vienna, viene conferito al poeta Sonnenleithner l’incarico di confezionare un libretto sul soggetto di Bouilly.

Prima esecuzione il 20 novembre 1805 nell’infausta condizione dell’occupazione francese. Tre sole le rappresentazioni. Poco felice è la prolissità dell’impostazione letteraria, mediocre la messa in opera, l’azione stenta a decollare. L’ouverture della prima Leonora, composta solo nel 1807, non seguita e pubblicata solo post mortem, rientra tra “les ouvertures caractéristiques” come definite da Beethoven. Ridotto a due atti Fidelio affronta nuovamente le scene grazie all’intervento del poeta Stephan von Breuning: entusiasmo e ammiratori ancora non convincono.

La Leonora n.2 (questo titolo, prediletto da Beethoven, compare attribuito per la prima volta all’opera, ma non resisterà) non è più una semplice ouverture, quanto una sintesi sinfonica dei motivi ispiratori. La Leonora n.3, composta per la ripresa dell’opera nel 1806, presenta le forme lucide e scattanti del sonatismo eroico dell’autore ed è la più celebre ancor oggi come brano isolato dei concerti sinfonici; il dramma già si manifesta nella più alta potenza. Sotto l’ebbrezza dell’improvvisa popolarità della sua musica (composizione della Vittoria di Wellington e delle due cantate politiche) nel 1814 Beethoven, avvalendosi della collaborazione del poeta viennese Georg Friedrich Treitschke riesuma nuovamente la sua creatura. Liquidata la storia privata (l’intrigo tipico della commedia classica) sono esaltati i valori del credo di Beethoven. Al radicale rimaneggiamento del libretto corrispondono profonde riforme della partitura. L’ouverture Leonora n.4 è la meno importante sotto il profilo musicale, ma rimane come quella ufficiale.

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