Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Parole

NO LEZIONI

MARGHERITA GIROMINI - 16/12/2022

vitaMi sono scoperta allergica alla frase “Non accetto lezioni da nessuno!” anche se devo ammettere che in passato è capitato anche a me di usarla.

Oggi me ne dispiaccio così come mi dispiace registrare che quell’espressione è diventata di uso comune. “Non si accettano lezioni da nessuno!” suona come un assertivo slogan pubblicitario alla portata di chiunque.

Senza sbavature né incertezze si afferma che non c’è posto per critiche al proprio operato dato che ci si ritiene bravi abbastanza, anzi molto bravi, competenti, al di sopra degli altri. La psicologia suggerisce che un tale comportamento sottintenda uno stato di frustrazione, di insofferenza agli ostacoli, di crescente difficoltà a dialogare. Quando non riusciamo a metterci in discussione ci difendiamo con la frase che ristabilisce la nostra autorevolezza.

Chi respinge qualunque lezione teme di essere declassato rispetto alla persona che lo sta criticando.

La supponenza nel pronunciarla la troviamo soprattutto tra i politici e taluni esperti: di pandemia, di economia, di ambiente, di guerra, delle discipline più varie. Nella perentorietà dell’espressione si nasconde il tentativo di tacitare l’interlocutore che si era permesso di porre una domanda sgradita o di evidenziare un’incongruenza. Si rifiuta anche la sola idea che possano esistere persone più colte, più sagge, più intelligenti, più esperte di altre e soprattutto più colte, più sagge, più intelligenti e più esperte di lui.

Ci sono nomi famosi tra coloro che non vogliono proprio accettare lezioni: dal CT Antonio Conte a Putin, fino all’attuale Ministro dell’Interno. Il nostro Paese conta un episodio che ha fatto da apripista al dilagare della frase: nel gennaio del 2011 l’allora Ministro dell’Istruzione in una puntata di Ballarò si trovò a rivolgere orgogliosamente a un professore universitario, per ben tre volte, la frase: «Non accettiamo lezioni, non accettiamo lezioni, non accettiamo lezioni!».

Mi chiedo: ma i personaggi pubblici che non accettano mai lezioni sono consapevoli del pessimo esempio che offrono ai ragazzi e ai giovani adulti che frequentano la scuola proprio “per prendere lezioni”? Non potrebbero invece dimostrare che tutti possiamo imparare per l’intero l’arco dell’esistenza senza per questo sentirci sminuiti?

Non dimentichiamo che prima di morire Socrate chiese di poter incontrare un maestro di cetra. “A che cosa ti servirà?” gli fu chiesto. “A conoscere una nuova aria prima di morire” rispose.

Noi adulti dovremmo aver ampiamente sperimentato che è saggio accettare lezioni, sia quelle dirette sia quelle indirette: le critiche, i consigli non richiesti, l’ammissione di una carenza ci spingono a relazionarci meglio con gli altri.

Se poniamo attenzione al comportamento degli utilizzatori della frase slogan ci verrà più facile riuscire a limitarne l’uso.

Offro due piccole lezioni sul tema. Una viene da Cesare Pavese che affermò: le lezioni non si danno, si prendono! La seconda dallo scrittore Carofiglio per il quale “l’intelligenza consiste nella capacità di accettare lezioni sempre, da chiunque, in ogni campo”.

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login