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Società

ATTENTI AL LUPO

ROBI RONZA - 05/01/2023

lupoMi dispiace per quelli che lo ritengono un problema secondario, ma sento il dovere di tornare su una questione che non esisto a dire vitale per la gente che vive in montagna e nelle campagne meno abitate: l’attuale proliferare incontrollato del lupo. Nella notte dello scorso Natale a Santa Maria Maggiore, il principale centro turistico della Val Vigezzo (Verbano-Cusio-Ossola) le telecamere di controllo situate nel centro del paese hanno ripreso un lupo che si aggirava nei pressi della stazione ferroviaria. Lo stesso lupo, cui nei mesi scorsi sono attribuite nella valle predazioni di animali d’allevamento all’alpeggio, era stato ripreso in giorni precedenti da telecamere installate nel centro del vicino paese di Druogno. La notizia ha trovato eco sulle pagine di cronache locali del quotidiano torinese La Stampa.

Sono diciannove i sindaci del VCO che, insieme alla Provincia, hanno di recente indirizzato al ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin e per conoscenza al ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, una lettera in cui chiedono interventi drastici, compresi abbattimenti selettivi, per proteggere dal lupo il bestiame e la gente che vive in montagna. “Purtroppo la protezione degli animali d’allevamento della nostra agricoltura di montagna”, scrivono la Provincia del VCO e i diciannove sindaci, non può essere garantita da misure di difesa dei greggi come le  recinzioni e i  cani, che sono finora le uniche ad essere autorizzate per contrastare il lupo. La presenza del predatore, aggiungono, “ha un peso notevole sulla percezione di sicurezza della nostra popolazione”. L’incontro con i grandi predatori “mette in pericolo la vita delle persone come già hanno dimostrato alcuni episodi avvenuti altrove”. D’altra parte l’impossibilità di una pacifica vicinanza tra l’uomo e i grandi predatori è un dato di fatto noto da millenni e di cui si trova eco in tutte le letterature, e sia nei Vangeli che nell’Antico Testamento,

Faccio il caso del VCO che è un territorio che conosco e dove ho contatti, ma vedo che ogni volta che tocco l’argomento ci sono lettori che mi scrivono da altre parti d’Italia lamentando situazioni analoghe. Purtroppo da noi, come in altri Paesi dell’Europa occidentale, vaste e influenti popolazioni urbane, che del lupo non hanno alcuna esperienza diretta, prestano il fianco agli argomenti di quegli estremisti dell’ambientalismo che pretendono che pure da noi si lasci ai grandi predatori il campo che hanno in Mongolia o in Alaska, nel Wyoming e altrove dove semplicemente dominano indisturbati ampi territori che l’uomo non abita.

In realtà nemmeno nel nostro Paese le associazioni ambientaliste  sono tutte su posizioni così astratte.  Ce n’è anche una, l’Associazione Italiana Wilderness, AIW, www.wilderness.it, non a caso la più esperta in materia, di cui i grandi giornali non parlano mai, la quale è su tutt’altre posizioni. In un suo recente comunicato  l’AIW plaude al fatto che “Alcuni parlamentari dell’attuale governo in carica stanno presentando una legge per ottenere la possibilità di ridurre il numero dei lupi”, e lamenta che “al solito gli anticaccia e animalisti della LAC (Lega per l’Abolizione della Caccia) hanno attaccato questa legittima iniziativa, quasi fosse un abuso di potere”, e per farlo hanno come al solito mistificato i fatti asserendo “ad esempio che i lupi  sarebbero 150 anni che non aggrediscono l’uomo, e poi avanzando “le solite proposte alternative (sarebbe più giusto definirle palliative!) per fare in modo che i lupi non aggrediscano armenti e animali domestici in genere”. Sottolineano poi che lo Stato ad ogni modo indennizza i danni provocati dal lupo, ma senza dire che gli indennizzi non sono mai totali e sono anzi spesso parziali, se non negati del tutto con mille cavilli”.  A chi è a favore dell’ambiente, ma non a spese dell’uomo, suggerisco di seguire le prese di posizione e le iniziative dell’AIW.

www.robironza.wordpress.com

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