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Ambiente

CLIMA DI GUERRA

ARTURO BORTOLUZZI - 03/02/2023

guerrainquinamentoLa guerra seguita 24 ore su 24 (eccetto alcune disgrazie rimaste nascoste) non cela avvenimenti a lungo. Ci sono certo episodi, anche particolarmente cruenti, che non vengono resi conoscibili immediatamente attraverso i giornali o le televisioni di tutto il mondo.

Se non li conosciamo però li immaginiamo tutti, avendoli visti attraverso le fotografie ovvero i reportage dei conflitti del passato.

Abbiamo poi, invece, accadimenti che si rinvengono non in tempo reale ma successivamente.

Scrivo di fosse comuni di militari ovvero di civili, violenze varie nei confronti di persone non armate. Soprattutto affronto il tema delle ripercussioni sull’ambiente di un conflitto armato, che ormai sono inevitabili, con sempre più maggiori conseguenze distruttive e molto lentamente sanabili, e perciò di estrema gravità per tutti i civili, per le nostre città, i nostri paesaggi e la nostra storia.

Abbiamo armi, con esplosivi non convenzionali, che nella percentuale del 5% non scoppiano e, se pensiamo che ancora troviamo ordigni inesplosi della prima e seconda guerra mondiale, possiamo quindi immaginare per quanto tempo si dovrà continuare a bonificare.

Tutte le guerre, dalla prima alla seconda mondiale, per non parlare poi dei conflitti minori, continui in altre parti del mondo, portano conseguenze enormi anche per la natura e l’ambiente: dalla distruzione degli ecosistemi, all’inquinamento di suolo, aria e acqua, fino all’aumento di anidride carbonica nell’aria che peggiora il riscaldamento globale e inasprisce il cambiamento climatico.

Ma il danno che più si teme parlando di guerra resta l’inquinamento di tipo nucleare e radioattivo, di cui abbiamo già testato gli effetti durante e dopo l’incidente di Cernobyl e di Hiroshima.

Non parliamo poi degli effetti collaterali delle guerre che portano a cambiare i punti di vista degli investimenti economici, che puntano più a un’economia di difesa militare che a un’economia di difesa ambientale.

Dalla presentazione del libro del Prof. Salvemini sulla tutela ambientale posso dire che è estremamente dannoso porre uno stop a quell’opera di continua evoluzione nell’affrontare e nel risolvere le emergenze ambientali che si deve sia alle decisioni dei tribunali della Comunità europea che, a catena, fino alle nostre Corti giudiziarie. Questa continua progressione deve essere consentita da tutte le nazioni del mondo in completa armonia, solo così si potrà realizzare la tutela di tutto il nostro pianeta che non può continuare ad essere offeso da armamenti sempre più letali. I bilanci delle nazioni devono essere rivolti più che a finanziare armamenti maggiormente sofisticati, ad affrontare le tematiche ambientali che sempre più coinvolgono i cittadini del mondo.

La guerra è anche la scusante, per chi non è direttamente coinvolto, per far assumere decisioni in tempi più rapidi, limitando tutta una serie di controlli, che erano stati posti come priorità ambientali.

Oltre ad un effetto drastico immediato sulla popolazione, la natura e il paesaggio, i suoi danni si prolungano nel tempo. I residui nucleari e radioattivi permangono sul territorio per decenni e costituiscono un ulteriore pericolo per la natura, l’ambiente e l’uomo. Asma e malattie polmonari, tumori e cancro, malformazioni e malattie genetiche sono nella memoria di chi ha vissuto negli anni del disastro nucleare di Chernobyl.

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