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Editoriale

PRESSUROSO

MASSIMO LODI - 17/03/2023

papa“Il tempo è pressuroso”. Certo non è stata la frase più importante pronunziata dal Papa per il suo decennale. Però, insomma, dai. Pressuroso: che bella, sprintante, inusuale parola. E tuttavia intrisa di cruccio, angustia, realismo insidioso. Il tempo, nostro amico e nemico. Il tempo, la sfida quotidiana. La speranza. La paura. Ci pensiamo raramente, al tempo, pur risiedendovi dentro. Avanza, scorre, fugge tenendoci con sé. E dilettandosi negli scherzacci. Per esempio: il tempo ci ruba la felicità. Ce ne accorgiamo quando ormai se n’è andata. Ci ruba anche meno. Un pezzetto di quiete, un tot d’empatia col resto del mondo, briciole chiamate piccole grandi gioie.

È la normale, rassicurante, rimossa quotidianità. Rimossa sì, perché la diamo per scontata, acquisita, inamovibile. Poi succede l’imprevisto, nel nostro particolare e in un generale che ci riguarda: allora la quotidianità si prende il suo valore aggiunto, rinfresca memorie sbadate, afferma (riafferma) il precariato esistenziale.

“Il tempo è pressuroso”. Gli tocca per genesi, vocazione, contratto di lavoro con l’universo, la natura, l’umanità. Una virtù, a volte. Un difetto, altre. Alla fine, è il difetto a far aggio sulla virtù. Bisognerebbe avere del tempo una cognizione meno istantanea e più finalistica: dove ci conduce il tempo, quali bagagli tener pronti e quali no, che passo segnare. Lento, moderato, rapido?

Purtroppo la decisione non arriva quasi mai. Ci abituiamo presto allo stop and go. Una sosta a pensare quanto sia sbagliato correre correre correre. Ma se la macchina è riparabile, via di nuovo e di slancio fino alla successiva frenata.

“Il tempo è pressuroso”. E noi come lui. Siamo un tutt’uno. Forse una simbiosi inevitabile, di sicuro un binomio intrigante e idem infesto. Ma ci pensiamo quell’attimo o uno zic di più, e subito ecco la ripartenza, scrollandoci di dosso il rimuginare. Un errore palese, eppure compiuto e ricompiuto. Da sempre, per sempre? Chissà che non si riesca ad allenarsi diversamente alla maratona della vita, in un fortunato giorno.

“Il tempo è pressuroso”. Magari Francesco ha voluto sottendere a quella curiosa aggettivazione l’opportunità (quantomeno) dell’utile pausa. Mozione affettiva espressa con dolcezza andata dritta al cuore, specialità di questo pontefice semplice, empatico, caritatevole. Nel senso che regala pietas alla nostra minimalità e ogni tanto c’invita a considerarla nel sua massimo valore. Se lo facessimo, vivremmo meglio. Vivendo meglio, non scadremmo nel peggiorismo. Senza il peggiorismo, si eviterebbero scelte catastrofiche, a cominciare dalle guerre. Dalle quali va cercata ogni volta e con tenacia la via d’uscita. In modo “pressuroso”, stavolta inteso come beneficamente fulmineo.

ps

Il cardinale Zuppi, capo dei vescovi, da Bruno Vespa: “Francesco ha cambiato tante cose, d’altronde il Vangelo è rivoluzionario”. In fondo, “pressuroso.”

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