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In Confidenza

BASTONI O FIORI

Don ERMINIO VILLA - 17/03/2023

mandorlo“Se vuoi essere amato, ama”, scriveva Seneca. E invece Orazio: “Sii amabile, per essere amato”.

Se la Quaresima è un cammino contro la delusione, la terza mossa è lo stile dell’amabilità. Rendersi amabile è un impegno serio, più intenso del volersi bene e dell’innamorarsi.

È un lavoro profondo che chiede di mettere in discussione la propria durezza, ruvidità, rigidità, e lasciare che certi atteggiamenti da bastoni per difendersi e attaccare diventino rami pieni di piccoli fiori.

Mosè aveva posto in cima al suo bastone un serpente per mostrare come anche un veleno può diventare farmaco in base a come ne usi e a come ti poni tu. Però bisogna alzare lo sguardo, col coraggio di aprire prospettive che vanno oltre le paure.

Dio in Gesù prende il posto del serpente. Fa fiorire il legno secco della croce. Passa dal cercare qualcosa di risolutivo da mettere sopra, al farsi innesto che porta linfa nuova dentro il bastone duro. Non ‘pre-tende’ affetto, ma si ‘pro-tende’ amabilmente!

È un dono sentirsi “amati”, è carino mostrarsi “amorevoli”, è magico vivere da “amanti”, ma è più responsabilizzante, anzi divino, scegliere di essere “amabili”.

Ciò che dico e faccio contagia una primavera che fa nascere germogli nuovi? È la dinamica nascosta nel regalare i confetti di mandorla quando ci si sposa e nei momenti essenziali della vita.

Il mandorlo (come l’amore) è il primo albero a fiorire appena sente la primavera, ma è l’ultimo a dare frutto. E per gustarlo non hai tutto e subito. Serve pazienza e tempo: prima devi togliere l’esterno, superare la scorza delle apparenze, che sono pure velenose, poi resta comunque un nocciolo duro.

Se ne vuoi il cuore devi trovare gli strumenti giusti per vincere la corazza. La fatica però ti dà quel nucleo buono e vivo che produce altri frutti, se seminato e coltivato giorno per giorno. E se lo gusti, la fatica e la pazienza si rivestono di luce, per questo il confetto è zuccherosamente bianco perlato.

Spesso confondiamo l’amore col bisogno di essere amati. Amiamo l’amore, più che l’altro e ci arrabbiamo se la realtà non corrisponde alla nostra attesa: se è un disagio da appagare, nulla sarà mai abbastanza.

L’amore non è trovare la persona giusta, una volta per tutte, ma essere la persona giusta ogni giorno, essere amabile, nella buona e cattiva sorte, nella gioia e nella fatica, nella salute e nella malattia, nella spensieratezza e nelle crisi.

Essere amabile è lo stile di Dio: è scegliere di fare quello che la primavera fa con i ciliegi. (P.Neruda)

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