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Politica

MAL-DESTRI

FABIO GANDINI - 31/03/2023

legaPassata l’adrenalinica sbornia di due (anzi tre) elezioni in soli sette mesi, come sta la parte destra della politica varesina?

Politiche, Regionali e Provinciali (tutt’altro che trascurabili queste ultime nel loro significato, sebbene non abbiano chiamato in causa i cittadini) hanno avuto effetti differenti sulle varie compagini, acuendo malesseri latenti, circoscrivendo predomini, vaticinando possibili implosioni future, interrogando equilibri e addirittura favorendo la nascita di nuovi movimenti, la cui genesi si rinviene nel malcontento interno, oltre che nell’ambizione.

Insomma: un sole pieno non pare splendere su nessuno, a eccezione, forse, di Fratelli d’Italia. Che tuttavia, scalate le classifiche fino al primo posto in provincia (evenienza confermata sia dai risultati di settembre che di febbraio) è alle prese con un lavoro non facile: la costruzione di una salda leadership territoriale (dopo le “risse” nella formazione delle liste) e di una classe dirigente che possa occupare i tanti posti disponibili per chi assume lo scettro del comando.

A Varese città è iniziata – con la benedizione di Andrea Pellicini – l’era di Luigi Zocchi, neo segretario che lascia il consiglio comunale per quello regionale, dove la pattuglia meloniana conta anche su Francesca Caruso (neo assessore alla Cultura, non senza polemiche) e sul gallaratese Giuseppe Martignoni.

Stesse iniziali, ma un presente molto più complicato e di piccolo cabotaggio per Forza Italia invece. A livello regionale ci si è affidati alla… Sorte (ovvero ad Alessandro Sorte, nuovo coordinatore dopo il siluramento di Licia Ronzulli), a livello provinciale il partito pare soffrire di una mancanza di volti e di contenuti. Alle Regionali si è consumata la battaglia Longhini-Zappamiglio, vinta da quest’ultimo: la ripartenza può quindi arrivare solamente da amministratori locali credibili.

Passiamo a un’altra domanda: come si può essere tanto litigiosi quando si sposta “solo” il 9,4% dei voti? La risposta non è così difficile: è possibile se ti chiami Lombardia (o Varese) Ideale e il tuo posto è subito alla destra (letteralmente) del padre, ovvero il confermato governatore Attilio Fontana.

Gli “idealisti” sono guidati da Giacomo Cosentino, che lo storico quotidiano locale ha definito “il grande tessitore della Valganna”. Non a torto: suo il ruolo di nuovo vicepresidente del parlamento lombardo, sua soprattutto una parte importante della trama – dicunt – tessuta nella formazione della neonata giunta regionale. Il nostro, tuttavia, ne ha fatti inalberare molti in questi ultimi mesi: l’ex presidente della Camera di Commercio di Varese, Fabio Lunghi, spodestato all’ultimo dalla squadra elettorale e arrabbiato a tal punto da fondare un nuovo progetto chissà se politico ma per ora “culturale” (ConcretaMente) ed Emanuela Quintiglio, sindaca di Viggiù, che ha sbattuto la porta proprio nei giorni scorsi, anche qui in seguito – pare – a promesse non mantenute.

E la Lega? Non solo da tempo non è più prima, ma continua a incassare colpi, all’interno e all’esterno. Più all’interno. Ancora fresco è il ricordo della sedizione dei bossiani ribelli del Comitato Nord, soffocata in extremis da Matteo Salvini con il diniego a una lista autonoma per le Regionali: la breccia però è stata aperta e, più varesinamente scrivendo, è stata recentemente infilata anche da Alberto Barcaro, uomo del partito ma anche esperto deus ex machina della Protezione Civile. Barcaro ha deciso di accettare la delega alla Pro. Civ. anche nel neo-governo di Marco Magrini, dopo aver ricoperto compiti analoghi sotto il regno dell’avversario di Magrini, Emanuele Antonelli.

Apriti cielo: stracci alzati in volo da tutti i vertici locali del Carroccio e cacciata del reo.

Il quale, però, forse ci ha visto bene e non solo per aver perseguito la propria indole operativa. Anche politicamente, intendiamo. Perché in provincia, decisiva nel sorreggere la maggioranza Magrini, c’è ora Eu-polis, laboratorio politico fondato tra gli altri dall’imprenditore sindaco Marco Colombo e rappresentato dal rampante Mattia Premazzi. Un movimento ufficialmente civico, di certo non di sinistra, magari – un giorno – di destra.

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