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Attualità

TICINO VICINO

GIANFRANCO FABI - 14/04/2023

ticinoDomenica 2 aprile gli elettori del Canton Ticino sono stati chiamati alle urne per eleggere, come avviene ogni quattro anni, il Governo (i cinque componenti del Consiglio di Stato) e il Parlamento (i 90 deputati del Gran Consiglio).

Sono molte le differenze e pochi gli elementi che accomunano le istituzioni ai due lati della frontiera. Il vicino Cantone, come tutti i Cantoni svizzeri, ha tutte le prerogative di un vero e proprio stato, con competenze e sovranità ben maggiori non solo delle province, ma anche delle regioni italiane. E con caratteristiche costituzionali del tutto diverse. Per esempio i cinque componenti del Governo del Canton Ticino sono eletti direttamente dal popolo e dovrebbero rappresentare tutte le maggiori forze politiche. Così che sono stati eletti due rappresentanti della Lega dei ticinesi, uno del partito liberal-radicale, uno del Centro (già Partito popolare democratico, in pratica la Democrazia cristiana), e uno del Partito socialista: queste cinque personalità dopo le elezioni devono mettersi d’accordo, e lo fanno sempre, per la ripartizione dei dipartimenti.

Nella stessa tornata elettorale sono stati eletti, con un metodo sostanzialmente proporzionale, i 90 membri del Gran Consiglio. Una prima osservazione: la partecipazione è stata del 57%, la più bassa di sempre, comunque superiore a quella registrata nelle ultime elezioni in Lombardia (41%). La differenza maggiore, tuttavia, sta nel fatto che in Ticino il 95% degli elettori ha votato per corrispondenza: una facilitazione resa possibile dal tradizionale ottimo funzionamento delle Poste svizzere.

Sotto il profilo politico due elementi possono essere messi in rilievo: il forte calo della Lega dei ticinesi, che ha perso 4 seggi sui 18 che aveva, e la forte frammentazione del panorama politico con l’entrata in Parlamento di molti piccoli partiti. Il partito con più eletti è comunque stato quello Liberal-radicale che tuttavia con 21 seggi ne ha persi due, i socialisti con 12 seggi ne hanno perso uno, così come i Verdi (5 seggi) mentre il Centro ha mantenuto i suoi 16 seggi e l’Unione democratica di centro (un partito che potremmo paragonare a Fratelli d’Italia) ha conquistato due seggi in più raggiungendo quota nove.

Tra i piccoli partiti ha fatto scalpore l’exploit di “Avanti con Ticino & lavoro” che ha conquistato 3 seggi, un partito nato da una scissione del partito socialista, guidata dalla giovane e dinamica economista Amalia Mirante. In fondo anche in Ticino si è confermata la tentazione alle divisioni all’interno dei partiti di sinistra. E infatti in Parlamento ci saranno anche due eletti del Movimento per il socialismo, due seggi a “Più donne”, due al Partito comunista insieme al Partito operaio e popolare. Più a centro-sinistra si collocano i Verdi del Ticino (5 seggi), mentre al centro-destra troviamo HelvEthica Ticino (2 seggi) e i Verdi liberali (2 seggi).

Un piccolo Cantone di poco più di 300mila abitanti riesce quindi ad esprime ben 12 partiti politici con una rappresentanza in Parlamento. E in Parlamento non c’è una maggioranza “all’italiana”: sui diversi temi ci possono essere maggioranze e minoranze diverse. Tra l’altro gli unici politici a tempo pieno sono i 5 consiglieri di Stato, che hanno uno stipendio da manager di media azienda (circa 250mila franchi), mentre i parlamentari hanno un’indennità di presenza di 200 franchi per ogni seduta (e le sedute non più di 50 all’anno).

Il presidente della Lombardia guadagna invece poco meno di 200 mila euro l’anno (mettendo insieme stipendio e indennità varie) mentre i consiglieri regionali guadagnano tra i 120 e i 150mila euro lordi all’anno.

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