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Fisica/Mente

ALCOL

MARIO CARLETTI - 21/04/2023

alcolIl 19 Aprile si è celebrato l’Alcohol Prevention Day, momento dedicato ai problemi legati in generale all’abuso di bevande alcoliche e che il CSS (Consiglio Superiore di Sanità) sottolinea con un workshop Internazionale.

L’attenzione al tema non è solo italiana ma mondiale e, nello specifico, europea visto che sono circa un milione di persone l’anno che muoiono nell’unione a causa dell’alcol.

Le conseguenze negative dell’utilizzo di questa sostanza sono sempre più provate dalle evidenze scientifiche che hanno costruito quindi un largo consenso nella lotta all’abuso nel bere.

Il periodo pandemico, tra i molteplici danni, ha peggiorato il rischio legato all’uso di alcolici e di tutta quella sequela di malattie/complicanze ad esso collegate che vanno da cancro, malattie cardiovascolari, disfunzioni metaboliche etc etc

Al netto di possibili effetti protettivi del consumo di piccole e particolari (vino rosso) quantità di alcol, gli effetti nocivi dello stesso, sono sempre e comunque prevalenti.

La WHO (World Health Organization) richiama i diversi Governi ad alzare l’attenzione per la prevenzione dei decessi e delle patologie alcol-correlate con l’obbiettivo di abbatterle del 10% entro il 2025.

La spinta va verso l’incremento dei livelli di consapevolezza sui rischi legati al bere anche perché non esistono dei livelli sicuri di consumo in modo particolare poi riferibili all’incidenza nella lotta al cancro.

Tra gli obiettivi dichiarati una strategia alcol zero per i minori, regolamentazione della pubblicità/marketing di questi prodotti, informazioni chiare e specifiche in etichetta.

L’Italia tramite il suo sistema SISMA (Sistema di monitoraggio alcol correlato) sta dando un grande contributo coinvolgendo al tavolo di lavoro tutta la filiera interessata, dalla Società Italiana di Alcologia, alle Regioni, alle Associazioni.

Vale la pena di ricordare che una volta assorbito dal nostro organismo (in parte già nello stomaco) questa sostanza va dal sangue verso il fegato che è l’organo deputato alla sua degradazione (grazie ad un enzima detto alcol deidrogenasi).

Il tempo di questa reazione chimica è però diverso fisiologicamente da persona a persona: l’enzima ad esempio non è pienamente efficiente se non dopo i 21 anni di età, è inefficiente prima dei 16, la sua funzione cala nettamente dopo i 65 anni e, nel sesso femminile, la capacità di smaltirlo è sempre la metà. Quindi alcune persone sono più vulnerabili agli effetti negativi a parità di dose.

L’alcol è una sostanza giuridicamente legale, ma assunta in dosi non corrette, può portare a danni e dipendenza. Nel nostro Paese che è per tradizione e cultura una delle culle del vino, è ancora più importante diffondere una giusta responsabilizzazione sul suo consumo, sia per quanto riguarda quantità, che modalità di assunzione.

Ripetuto che non è possibile dare un livello di consumo ideale (per la fisiologica diversità di metabolizzazione dell’alcol) lo slogan da utilizzare è semplice, less is better (meno è meglio).

Per parlare di numeri, ricordare che una unità alcolica (12 gr di alcol puro) equivale ad un bicchiere di vino di 12 gradi (125ml), una lattina di birra (330ml,4,5 gradi) un aperitivo (80 ml, 38 gradi): basso rischio vuole dire due dosi al dì per i maschi sotto i 65 anni, una per tutti gli altri, zero per gli under 18.

La modalità di assunzione è fondamentale: non bere lontano dai pasti o in modo eccessivo in un’unica occasione, mai bere se si guida o durante lavori a rischio, conoscersi perfettamente come capacità di smaltimento della sostanza.

Il binge drinking (bere fino ad ubriacarsi) è altamente pericoloso sia per la salute, che per i comportamenti a rischio (abbassamento della percezione dello stesso).

Quota zero quindi per minorenni, donne in gravidanza e per chi guida: già questo messaggio se recepito, sarebbe un obbiettivo eccellente per la giornata di prevenzione.

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