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Attualità

LASSÙ

FABIO GANDINI - 05/05/2023

funicolareTra il borgo di Monteviasco e quello di Santa Maria del Monte ci sono 23,3 chilometri in linea d’aria. Tra la funivia di Monteviasco e la funicolare di Santa Maria del Monte ci sono sempre 23,3 chilometri in linea d’aria, che non diventano di più o di meno a seconda del momento del giorno e del movimento dei due impianti: son sempre quelli. Ormai da anni.

Stesso destino: ferma la prima, ferma la seconda. Accucciate nei loro ripostigli (la funicolare per la verità ci è anche uscita, per poi ritornarci: vedremo fra poco perché), a pochi metri di distanza dalle case e dalle persone cui dovrebbero servire, agitate come feticci dalla cronaca e dalla politica locali, ma in realtà invisibili nella loro quotidianità spenta e inutile.

Non si muore senza funivia: tanto a Monteviasco son rimasti due montanari in croce. E non si muore senza funicolare: al Sacro Monte ci si va in auto, arrampicandosi sui tornati sopra il Vellone e sperando di trovare un buco per parcheggiare una volta in cima; oppure pedibus, in fondo la via delle Cappelle è irta ma breve.

No, non si muore. Ma l’immagine che guardiamo da fuori è di una Varese davvero sbiadita nei casi di specie, auto-fagocitata da un “mostro” – detto genericamente “Pubblico” – che prima ti tortura con la sua burocrazia, poi ti dilania con la sua lentezza. Per scriverla breve: se i due mezzi di trasporto fossero privati stati e avessero generato profitti, viaggerebbero con il vento nelle ali.

Colpe? Varie ed eventuali È perfettamente inutile accanirsi su questa e quella parte politica, contano i fatti: le colpe se le è anch’esse divorate il mostro.

Concentriamoci sui fatti della funicolare, cercando un pizzico di verità fra tante partigianerie che cercano semplicemente di smontare gli avversari di pensiero. Fatto numero uno: l’impianto varesino è fermo dal 4 dicembre 2021. Perché è stato chiuso? Per due ragioni: per la necessità di un ri-collaudo e per la mancanza di un manovratore, essendo quello vecchio andato in pensione.

Le carrozze sono quindi partite per l’Abruzzo, poi sono ritornate: diverse, sicure. Ecco il secondo fatto: no, la funicolare non è ferma per la paura di un Mottarone bis, per la mancanza quindi di qualsivoglia requisito che le norme prescrivono per il suo funzionamento; la funicolare è bloccata perché manca qualcuno che la manovri. Anzi, di più: manca un gestore. Anzi, di più ancora: manca un proprietario.

Che non è più il Comune di Varese o chi per lui, cioè AVT. Nel frattempo è infatti avvenuto un terzo fatto: Regione Lombardia ha messo sul piatto 1,5 milioni per la riapertura, ma ha anche statuito che l’impianto debba finire sotto l’egida dell’Agenzia per il Trasporto Pubblico Locale, un organo sovra-provinciale. E il suo destino torna a fare scopa con quello di Monteviasco: anche la funivia sarà controllata dall’Agenzia.

In soldoni questo passaggio di proprietà comporta che le due belle addormentate saranno inserite in un bando europeo che cercherà un gestore unico per entrambe e per altri sei simili in tutta la Lombardia, tra cui la funicolare di Como-Brunate, l’unica – pare – che per la frequentazione turistica che riesce ad attirare possa fare davvero gola ai potenziali investitori. Anche perché i profitti di una potrebbero andare a sanare le casse vuote delle altre.

Infine i tempi. Potrebbero essere ancora lunghi, vista la complessità della procedura, ma il sindaco Davide Galimberti ha fatto sapere in consiglio comunale che l’Agenzia di cui sopra cercherà di percorrere la strada di un affidamento diretto temporaneo, in attesa del bando, in modo tale da non sprecare un’altra estate. Insomma: vedete bene che titolare “Funicolare chiusa per un altro anno”, magari sotto dettatura di qualcuno, potrebbe essere stato un azzardo.

In attesa di capire chi avrà ragione, tra fatti, simil fatti e bugie, il nostro sguardo continua ad andare lassù. Alla funicolare ferma? No, un po’ più su: al Campo dei Fiori dimenticato e a quella ferita nella montagna che un tempo era una funicolare e oggi è solo una ferita.

Sull’argomento nessuna nuova, come sempre: si può stare tranquilli.

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