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Pensare il Futuro

AL LAVORO

MARIO AGOSTINELLI - 05/05/2023

primomaggioPrimo Maggio 2023: la prima volta che si ricorda la festa del Lavoro avendo in carica, in Italia, un governo dichiaratamente di destra che ha presentato alla vigilia ai sindacati un “Piano del Lavoro” che può ben essere definito “Piano della Precarietà”. Non solo per questo il primo maggio del 2023 ha avuto caratteristiche politiche e simboliche particolari. Innovative, se il mondo del lavoro reagirà, come è stato nella sua storia democratica. Simili a quelle che hanno caratterizzato la ricorrenza del 25aprile 1945.

In primo luogo, l’anniversario della Liberazione ha riconfermato il legame indissolubile con la nostra Costituzione di democrazia sociale. L’art.3 non si limita ad elencare i diritti dei cittadini italiani. Il secondo comma è molto preciso: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

In questo senso le organizzazioni sindacali sono un soggetto indispensabile per rendere operativi, concreti, tangibili i diritti dei cittadini. Ecco perché è fondamentale che siano sentiti dal Governo e dal Parlamento prima delle riforme che sono necessarie dopo la svolta dell’Unione Europea. Il sindacato italiano ha una lunga tradizione: non è un agitatore. È stato un protagonista nel rafforzamento della democrazia, nella attuazione delle riforme sociali, nello sviluppo dell’economia, nella scelta europea e forse anche perciò la Meloni non lo ha mai sentito come un valore, ma come un contendente – e infatti ha usato la parola “triplice” in modo oltraggioso – che limita, anziché ampliare le risorse della partecipazione e della libertà.

Dobbiamo tener conto che è in corso un profondo cambiamento nel comportamento dei lavoratori e che c’è una emersione potente, anzi prepotente della soggettività. Prevale sempre di più una difficoltà delle persone ad aderire ed a riconoscersi nei soggetti collettivi, mentre il potere economico si sposta dalla sfera industriale a quella finanziaria.

Se la libertà si accompagna – come hanno detto Trentin e Bergoglio – alla fraternità, certamente, in un mondo che cambia, deve cambiare anche l’azione del sindacato. Ma questo non può giustificare un Governo che irride alla manifestazione mondiale del Primo Maggio, distribuendo regalini di poco significato e precarietà e umiliazione al lavoro proprio nel giorno della sua celebrazione. Un atto gravissimo – a mio parere – che dice come le radici del corporativismo e dell’autoritarismo antidemocratico siano ancora presenti nella cultura del nostro Paese

La Repubblica democratica si caratterizza per la partecipazione del popolo al governo dello Stato, mediante l’elezione degli organi del potere legislativo da parte di tutti i cittadini. Sotto quest’aspetto attraverso il dettato costituzionale si rende operante il principio della sovranità popolare e si compie una scelta ben precisa: quella della prevalenza della forma di “Democrazia Rappresentativa” attuata con l’elezione da parte delle elettrici e degli elettori dei loro rappresentanti al Parlamento e ai Consigli degli Enti territoriali. La Repubblica, che si basa unicamente sul consenso popolare, riconosce il lavoro come principio basilare della società nel senso dello Stato sociale e non conferisce più alcun valore al censo, ossia al possesso di ricchezze, soprattutto quelle ereditariamente acquisite, o ai privilegi di nascita o di casta, ma favorisce tutte le iniziative necessarie per garantire l’eguale dignità sociale e affermare il diritto del lavoro per tutti.

Perciò ritengo un vulnus di miope prospettiva politica e sociale l’aver frammischiato alla festa del lavoro un momento di conflitto e di propaganda da parte del governo degli eletti, oltretutto in una fase di distacco e assenteismo degli elettori dalla politica.

Mi auguro – e mi rivolgo ad un sindacato che punta all’unità – che il primo maggio quest’anno rappresenti un ammonimento ed una svolta. La libertà, la solidarietà, l’eguaglianza, l’innovazione tecnologica, la partecipazione, sono a portata di mano. Il sindacato ha una grande occasione per essere uno dei protagonisti del cambiamento. Ha una presenza diffusa nel territorio. Ha una forte capacità rappresentativa. È bene esibire una vertenzialità diffusa ed un conflitto democratico non solo a parole a chi vuole ridimensionarlo, dividerlo, isolarlo

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