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Editoriale

LIBERATA

MASSIMO LODI - 25/05/2023

Foto tratta da www.lastampa.it

Foto tratta da www.lastampa.it

Viene chiamata la via stretta del Vangelo. C’è più gioia a dare che ricevere: legge all’apparenza paradossale, raccontata negli Atti degli Apostoli. E invece roba quotidiana, talvolta. Anche se poco conosciuta. Poi càpitano storie che meriterebbero il giro del mondo.

Un esempio recente da Domodossola, reso noto dal quotidiano La Stampa. Liberata è il nome d’una donna di 75 anni, madre di tre figli, nonna di tre nipoti. Uno, oggi ventiseienne, ha da tempo guai di salute. Scopre, qualche anno fa, che non gli funziona un rene: glomerulonefrite. Le prime cure servono solo a lenire, ci vuole quella radicale: il trapianto. Lo si effettua, lui quattordicenne, a Torino. Ma dopo un po’, ecco il temuto deficit funzionale: rene da cambiare ancora.

La nonna si dice pronta a donare il suo. Non si può: incompatibilità. A operazione terminata, seguirebbe il rigetto. Bisogna cercare altrove. I dati del ragazzo vengono inseriti in un’apposita “banca” nazionale e l’incrocio giusto arriva da Brindisi. Trapianto eseguito alla metà dello scorso febbraio. Giorni felici per tutta la famiglia, giorni di pensierosa riflessione per Liberata. A bene ottenuto -riflette- bene regalato.

Decisione presa con rapidità. Anche le sue caratteristiche genetiche finiscono nella provvidenziale “banca” e s’individua un nefropatico associabile all’eventuale innesto. L’espianto viene eseguito a Novara, l’organo trasportato all’ospedale romano di Tor Vergata. È un laziale il paziente che ne beneficia. Per la nonna ossolana sei giorni di degenza, tutto ok. A riportarla a casa si adopera proprio il nipote. Parsimoniose chiacchiere, un accenno di carezza, il rientro sereno: così vuole la dolce rusticheria valligiana.

Conclusivo sforzo di meningi. Lo straordinario progresso della scienza/della medicina permette l’ordinaria pratica della naturale tensione all’umanità. Ordinaria sì, se guardiamo a fondo dentro di noi. Capire che da soli non siamo nulla. Praticare nei fatti quanto recitiamo nelle parole. Ecco la lezione semplice della nonna qualunque. Qualunque, cioè una di noi. Se per noi intendiamo la comunità che s’identifica in valori universali. Che condivide un’anima. Che pratica il Vangelo senza neppure averlo letto: ce l’ha nel cuore, come l’aveva chi non fu obbligato a dettarlo ai seguaci. Gli bastava l’esempio. Viviamo d’esempi, come questo recente che viene da Domodossola. La via stretta che ci fa largo il sentimento.

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