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L'intervista

SOGNO MONDIALE

CLAUDIO PIOVANELLI - 02/06/2023

coviAlessandro Covi è di nuovo in bici. La caduta e il ritiro forzato al Giro d’Italia, nel corso dell’undicesima tappa, da Camaiore a Tortona (la più lunga della “corsa rosa”, 219 chilometri), durante la discesa dal Colle di Boasi, sono ormai un triste ricordo, un episodio che ha però costretto il corridore di Taino a riporre nel cassetto il sogno di ripetere l’impresa che lo scorso anno lo vide in trionfo al traguardo della Marmolada.

Alessandro, nell’occasione, ha stretto i denti, ha percorso con dolori un po’ ovunque i quasi 70 chilometri che lo separavano dall’arrivo ma il giorno dopo i medici lo hanno fermato.

“In effetti – spiega – si era temuto addirittura la frattura dell’osso sacro. Successivi accertamenti, per fortuna, hanno scongiurato questa eventualità. Alla fine si è trattato probabilmente di uno forte stiramento tendineo, perché nella caduta Geraint Thomas mi è piombato addosso, cadendo sulla mia gamba destra (mentre io mi ero piegato sul lato sinistro), provocando evidentemente uno stiramento. Al ritorno a casa, sono rimasto fermo per qualche giorno, poi ho ripreso a uscire in bici. I primi giorni la gamba faceva ancora male, poi però, grazie anche alla fisioterapia, il dolore si è via via attenuato”.

Covi è consapevole del fatto che proprio quella caduta potrebbe avere deciso il Giro d’Italia, dal momento che anche Tao Geoghegan Hart (vincitore dell’edizione del 2020), compagno di squadra di Geraint Thomas alla Ineos-Grenadiers, è stato costretto al ritiro… “È possibile, sì – conferma – perchè Tao era uno dei favoriti e non sapremo mai come la squadra britannica avrebbe mosso le sue pedine avendole entrambe a disposizione…”.

Il terzo posto nella classifica finale di Joao Almeida, suo compagno alla Uae-Emirates, non rappresenta una delusione per la squadra: “L’obiettivo per Joao alla partenza del Giro era il podio – spiega Covi – anche se naturalmente ci si poteva augurare un gradino migliore rispetto al più basso. Ma credo che il terzo posto finale possa avere soddisfatto tutti quanti”.

Ma Alessandro, se fosse rimasto in gara, avrebbe avuto spazio e modo per tentare l’impresa (riuscita peraltro al suo compagno Brandon McNulty alla 15a tappa)? “Credo proprio di sì – è la risposta – perché ero in crescendo dopo che mi ero presentato alla partenza del Giro in condizioni non perfette (avevo avuto un po’ di influenza alcuni giorni prima del via). Nella prima parte della corsa avevo lavorato esclusivamente per la squadra e credo che, sentendomi sempre meglio, poi avrei avuto lo spazio per inserirmi in qualche fuga. Anche la tappa che si è conclusa a Cassano Magnago poteva essere adatta alle mie caratteristiche: in tempi non sospetti avevo previsto che non si sarebbe conclusa allo sprint e ho avuto ragione”.

Ora resta da disputare una lunga seconda parte di stagione. Nel programma di Alessandro Covi non ci sono Tour né Vuelta (a meno di qualche sorpresa): “Ripartirò dal Giro di Svizzera, in calendario dall’11 al 18 giugno, poi parteciperò alle diverse classiche”.

E il Mondiale? “Quest’anno si corre in una data anticipata rispetto alle ultime edizioni (il 13 agosto a Glasgow) e naturalmente saranno favoriti i reduci dal Tour de France. Io farò il massimo, vedremo se succederà qualcosa…”.

Una gara, tra le tante, Alessandro Covi l’ha però cerchiata di rosso… “Non nascondo che la Tre Valli Varesine sia da sempre nei miei sogni – sospira – ma bisognerà vedere che cosa accadrà prima di ottobre. Se quel giorno sarà in gara anche Pogacar (che l’ha vinta lo scorso anno), la squadra dovrà naturalmente essere a sua disposizione…”.

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