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Opinioni

GENEROSO

ROBI RONZA - 16/06/2023

Berlusconi al Meeting di Rimini

Berlusconi al Meeting di Rimini

La notizia della morte di Silvio Berlusconi ha aperto tutte le prime pagine delle maggiori agenzie di notizie del mondo. Già questo fatto basterebbe da solo a dire quale peso egli abbia avuto nella politica del nostro tempo non solo in Italia ma nel globo. In quanto alle condoglianze di autorità politiche di ogni Paese colpiscono le affettuose dichiarazioni persino di un leader che ritiene di avere oggi contro l’intero Occidente come Putin.

All’enorme ondata di rievocazioni e di ricordi di lui che in queste ore attraversa l’Italia partecipo nel mio piccolo con qualche nota e con un ricordo personale. Rievoco dapprima, soprattutto per i più giovani, la vicenda della sua inattesa e sorprendente comparsa sulla scena politica che avvenne a seguito di Tangentopoli.

Iniziata nel febbraio 1992, Tangentopoli non fu la causa bensì l’effetto della crisi della Prima Repubblica, la quale fu un riflesso della fine della Guerra fredda; e quindi dell’assetto politico, che in Italia ne derivava, fondato sull’«obbligo» della Dc di essere comunque al governo e del PCI di essere comunque all’opposizione.

Tanti altri scandali prima di quello che innescò Tangentopoli erano negli anni precedenti già scoppiati e poi finiti nel nulla. Scoppiato a Milano lo scandalo che sarebbe stato chiamato Tangentopoli, l’azione di una procura politicamente orientata — che scelse di indagare quasi soltanto sui partiti di governo e poco o nulla su quelli di opposizione — stava producendo un crollo squilibrato della Prima Repubblica, che avrebbe lasciato in campo solo partiti di sinistra. Con un’iniziativa senza precedenti il grande imprenditore Berlusconi decise allora di entrare nell’agone politico creando in tre mesi Forza Italia, un nuovo partito di centrodestra, con cui nel 1994 partecipò alle elezioni politiche vincendole.

Merito di Berlusconi fu, a mio avviso, quello di portare in pochi mesi sulla scena politica italiana un grande partito di orientamento a grandi linee liberale, e di proporre una grande riforma liberale in un Paese come l’Italia, dove il dirigismo economico di matrice fascista, era rimasto in sostanza intatto essendo stato, sotto le urgenze della Guerra fredda, fatto proprio per motivi diversi ma coincidenti nei fatti sia dalla DC che dal PCI. Nella sua proposta politica c’erano inoltre elementi tratti dalla dottrina sociale della Chiesa anche se Forza Italia è sempre rimasto un partito “laico” in sostanza erede del PSI di Bettino Craxi. Personalmente poi Berlusconi, che era un uomo generoso, più volte sostenne opere sociali di matrice cattolica; e questo è un fatto, e un fatto da un punto di vista politico più importante delle sue intemperanze personali.

Il grande demerito di Berlusconi fu invece quello di non aver mai fatto la riforma liberale che aveva promesso. Intendo il grande demerito obiettivo. Non interessa qui chiarire se non la fece perché non volle, perché non ci riuscì o perché, come disse più volte, non gliela lasciarono fare. Da un punto di vista politico il risultato non cambia. Un’azione politica infatti va valutata innanzitutto politicamente. Gli si può tuttavia riconoscere il merito di aver diffuso in Italia l’idea della sua necessità. Vengo ora al ricordo personale. Berlusconi venne al Meeting di Rimini quando ne ero portavoce. Desiderava non solo parlare al pubblico, ma anche visitarlo e mi si chiese di accompagnarlo in tale visita. Fu un’esperienza indimenticabile. Circondati da due anelli di protezione, composti uno dalla sua guardia del corpo e l’altro dal servizio d’ordine del Meeting girammo per i padiglioni della Fiera di Rimini costantemente circondati e pressati da una folla di gente entusiasta che lo applaudiva a gran voce, che lo salutava, che lo incoraggiava, che cercava di stringergli la mano o almeno di toccarlo. Sembrava di essere al centro di un enorme frullatore fatto di volti e di mani. E si vedeva che non erano soltanto abituali frequentatori del Meeting ma anche gente venuta espressamente per lui.

Ad un certo punto un ragazzo in carrozzella riuscì chissà come a oltrepassare i due cerchi di protezione ed a dirgli di essere un tifoso del Milan. Al che Berlusconi si slacciò dal polso un prezioso orologio con il marchio del Milan e glielo regalò. Tutto avvenne in pochi attimi, poi ripiombammo nella girandola di volti e di mani di cui dicevo.

Di quel giorno mi resta il ricordo di quel gesto e anche una domanda: come fa una persona al centro di una popolarità del genere a non perdere la testa? E certamente Berlusconi non l’ha persa.

www.robironza.wordpress.com

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