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Cultura

IL MUSEO RITROVATO

ALBERTO PEDROLI - 02/06/2012

Ci sono almeno due buoni motivi per plaudere al ritrovato allestimento della sezione risorgimentale dei musei civici di Villa Mirabello. Il primo è che, sino a poco tempo fa, sembrava un tabù, nella patria del Carroccio, dedicare spazio ad episodi che hanno contraddistinto la marcia del Paese verso l’Unità. Invece Varese ha dimostrato di saper valorizzare uno dei fatti d’arme più importanti di questo cammino tanto più che vide proprio la nostra Città protagonista. Nel maggio 1859, infatti, Garibaldi, spiazzati gli Austriaci, sbarcò a Sesto Calende e venne trionfalmente accolto a Varese dove, il 26 maggio, combatté e vinse una memorabile battaglia, dando inizio alla seconda guerra d’indipendenza.

Merito quindi al sindaco Fontana ed all’assessore alla cultura Longhini per aver fatto rivivere questo importante tassello della storia, locale ed italiana.

Il secondo motivo è legato al fatto che, specie in tempo di “vacche magre” in cui i servizi culturali sono solitamente i primi ad essere sacrificati, si è trovato modo di spendere centocinquantamila euro (di cui circa la metà di contributo regionale) in un allestimento rigoroso per la ricerca storica sulle fonti e contemporaneamente innovativo e altamente suggestivo, la cui realizzazione si deve a Change Performing Arts che si è avvalsa delle più moderne tecnologie già messe in campo per illustrare il Cenacolo di Leonardo ma per la prima volta sperimentate in campo museale.

Tutto ruota attorno al dipinto di Eleuterio Pagliano Lo sbarco di Garibaldi a Sesto Calende, monumentale tela di sei metri per due e trenta più la cornice (recentemente restaurata), costata quattro anni di lavoro a partire dal 1861 e presente a Villa Mirabello dal 1942 grazie alla beneficenza dell’erede dei committenti Antonio Tittoni Traversi e alla lungimiranza dell’allora direttore dei musei Mario Bertolone, tela ora di ritorno a Varese dopo essere stata esposta alle Scuderie del Quirinale a Roma, poi a Torino per le mostre in occasione del 150° dell’Unita d’Italia.

Il dipinto viene fatto “parlare” con una “performance” di trenta minuti di musiche, parole ed effetti di luce in cui è il quadro stesso ad animarsi, a raccontare con tutti i suoi personaggi (lo stesso Pagliano, anch’egli combattente garibaldino vi è raffigurato) non solo lo sbarco a Sesto Calende ma anche il successivo arrivo dei garibaldini a Varese, sotto il diluvio, accolti dalla città entusiasta. Rigoroso, come si è detto, il lavoro sulle fonti condotto dal personale museale e segnatamente da Daniele Cassinelli e Serena Contini, lavoro condensato in alcune sale che espongono alcune delle fonti archivistiche e bibliografiche utilizzate e nella pubblicazione “Pagine di storia”.

Attorno al dipinto sono stati collocati numerosi cimeli risorgimentali tra cui i proclami pubblicati in forma di manifesto nei giorni concitati tra il 23 e il 26 maggio 1859, nonché una selezione di divise dell’epoca e alcune armi bianche e da fuoco, frutto di antiche donazioni di reduci garibaldini ed ora in comodato ai Musei: certo una piccola parte del patrimonio custodito dai Civici Musei – nati nell’800 anche per raccogliere queste donazioni – ma di certo un segnale di risveglio dopo anni di recriminazioni sui cimeli storici abbandonati nelle cantine di Villa Mirabello… In realtà così non era ed anche l’allestimento della vecchia sezione risorgimentale smantellata per dare corso negli anni ’80 ai lavori di ristrutturazione era ben povera cosa rispetto al risultato di oggi: decisamente è valsa la pena di aspettare!

Solo una domanda: a quando analogo risveglio per il Museo Archeologico, di tutto rispetto, ma ancora incompleto dopo l’apertura della sezione romana sei anni orsono?

 Sino al 17 giugno l’ingresso alla sezione costerà 1 euro: la videoproiezione ha una durata di 30 minuti, ed è disponibile ogni ora sino alle ore 17. Dopo il 17 giugno, l’ingresso sarà di 4 euro, comprensivo dell’intera visita al museo

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