Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Attualità

PEDALARE IN DIFESA

CESARE CHIERICATI - 30/06/2023

ciclista“In Italia c’è una pessima cultura della sicurezza stradale, sulla strada non succedono incidenti, bensì omicidi, scontri, collisioni” lo ha detto meno di un mese fa in un convegno a Busto Arsizio Marco Scarponi, fratello del notissimo campione Michele, morto in seguito a un investimento da parte di un furgone sei anni fa mentre si stava allenando sulle strade di casa. La stessa sorte l’ha subita, il 22 novembre scorso, Davide Rebellin pure lui notissimo al grande pubblico dei ciclisti per le tante vittorie e per la sua longevità agonistica. Due incidenti mortali che hanno fatto molto rumore, vista la notorietà degli sfortunati protagonisti, ma che poco hanno inciso sulla tutela di ciclisti e pedoni, ovvero gli anelli deboli della strada. Prova ne sia che il mese di giugno appena concluso ha registrato una raffica impressionante di incidenti mortali ai danni delle due categorie di utenti.

A Milano, tanto per restare in zona, i ciclisti morti sono stati cinque più alcuni pedoni, una lunga scia di sangue, un massacro inaccettabile con il solito immancabile corollario di promesse da

parte delle pubbliche amministrazioni che, sull’onda dall’imperante e trasversale politically correct, promettono città green, ciclabili urbane da sogno, prevenzione puntuale e quant’altro, ma non vedono o fanno finta di non vedere le condizioni penose di strade e marciapiedi, le strisce pedonali pallide fino all’invisibilità diurna e notturna spesso causa o concausa di gravi incidenti. Per non parlare della segnaletica verticale talvolta resa inservibile da cartelli mal posizionati o addirittura divelti e non rimpiazzati con la necessaria sollecitudine. Insomma “roba minima” avrebbe detto Enzo Jannacci, cioè interventi normali per Comuni e Province che invece sotto gli italici cieli, compresi quelli della Lombardia “eccellente” per statuto, in molti casi non sono la regola ma l’eccezione.

Allora che fare in attesa dei classici tempi migliori. A nostro parere serve prima di tutto difendersi dalla prepotenza volumetrica di camion, autobus e automobili. Come? Ripassando e leggendo, per chi non lo avesse mai fatto, il codice della strada vigente (in attesa delle novità decise dal governo Meloni che il Parlamento deve approvare) le cui norme hanno lo scopo di rendere possibile una convivenza ragionevole tra i diversi utenti della strade.

Dunque ciclisti e pedoni, a propria difesa e tutela, rispettino innanzi tutto le norme che li riguardano. Non possiamo ovviamente proporre qui l’intero articolo 182 del C.d.S e tanto meno il Regolamento di attuazione. Alcune regole di base vale però la pena di rammentarle:

  1. I ciclisti in gruppo devono sempre procedere in fila indiana, al massimo due affiancati ma unicamente quando le condizioni stradali e di traffico le consentono
  2. Si deve tenere rigorosamente la destra e segnalare sempre le manovre che si intendono eseguire con la mano destra o sinistra, obbligo purtroppo caduto in disuso come il divieto di procedere contromano
  3. Se si desidera attraversare la strada ed è presente un passaggio pedonale il ciclista deve scendere dalla bici e condurla a mano, comportamento anche questo quasi sempre disatteso; se vi è invece un apposito passaggio ciclabile il ciclista non ha automaticamente la precedenza sulle auto in transito salvo se ha già iniziato l’attraversamento
  4. È vietato andare in bici con il cellulare in mano, l’uso del telefono é consentito solo con l’auricolare
  5. Sulle piste riservate alle biciclette, fuori dai centri abitati e nelle gallerie i ciclisti sono obbligati a indossare il giubbotto e le bretelle auto riflettenti a partire da mezz’ora dopo il tramonto. È comunque consigliabile indossare tute, magliette e pantaloncini colorati per essere più avvistabili
  6. Attenzione massima da parte dei pedoni nell’attraversare le strade, si guardi ripetutamente a destra e sinistra prima di farlo, mai sbucare all’improvviso da dietro ad automezzi in sosta. Il rischio di essere investiti è infatti elevato 7. Quando in auto si supera un ciclista occorre lasciargli lo spazio sufficiente per cadere. Infine dopo aver parcheggiato prima di aprire le portiere dell’auto assicurarsi che non ci siano in arrivo né ciclisti né pedoni. Buon ripasso.

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login