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Pensare il Futuro

RICOSTRUIRE

MARIO AGOSTINELLI - 30/06/2023

Lula e Bolsonaro

Lula e Bolsonaro

In queste settimane il presidente brasiliano Lula sta incontrando esponenti di rilievo in Europa e in Asia, impegnato in una missione di pace e di riconciliazione del Paese amazzonico dopo la devastante esperienza di governo di Bolsonaro. Le difficoltà in Brasile non sono di facile superamento.

Il governo, che ha una composizione ampia e con diversi ministri di centro vicini alla destra, si deve confrontare con un parlamento molto spostato a destra e dove hanno trovato rifugio non pochi esponenti di spicco dell’eversione dei precedenti governi. I provvedimenti governativi incontrano quindi ostacoli continui ad avanzare nell’iter legislativo.

La lotta alla fame, l’indebolimento de SUS/Servzio unico di salute e la questione abitativa confliggono con la domanda irrimandabile di scuola pubblica di buona qualità.

Una forte tensione contrappone i ministeri dell’area economica e la Banca Centrale che mantiene il tasso di interesse di base a 13,75%, il più alto del pianeta, a fronte di una inflazione sotto il 6%. Ovviamente questa forbice strozza l’economia così’ come la tenace privatizzazione di grandi gruppi, dalla Petrobras alla Elettrobras ereditata dal precedente esecutivo.

Nel frattempo sta emergendo il coinvolgimento ampio dell’apparato militare, dell’agrobusiness, dell’imprenditoria e delle milizie nell’assalto al Parlamento dello scorso gennaio. Lentamente si risale verso i livelli superiori di responsabilità e da questo punto di vista sono simbolici gli arresti dell’ex ministro della Giustizia Anderson Torres e dell’aiutante di ordini di Bolsonaro, il tenente colonnello Mauro Cid. Il responsabile della sicurezza dei Palazzi dei Tre Poteri a Brasilia è stato commissariato e quasi interamente sostituito dal segretario esecutivo del Ministero della giustizia e sicurezza pubblica. Emergono azioni totalmente illegali che riguardano in prima persona l’ex presidente: la più grave concerne il ritrovamento di un certificato di vaccinazione Covid 19 intitolato a Bolsonaro inserito in modo fraudolento nel database del Sus/Servizio unico di salute. Infatti come noto egli ha sempre promosso e sostenuto posizioni negazioniste e mai si è vaccinato.

Molto dinamica è la politica estera che caratterizza il governo attuale. Di essa si occupa in prima persona il presidente Lula affiancato dal consigliere speciale ed ex ministro in precedenti esecutivi di centro sinistra Celso Amorim. Molti i viaggi all’estero di Lula, sia per riprendere contatti da sei anni abbandonati o sabotati, sia per trasmettere messaggi cogliendo la visibilità di tali momenti. Di importanza massima è stato il viaggio in Cina e in Medio Oriente per ribadire soprattutto in direzione dell’Europa la sua posizione su guerra, transizione ad un mondo multipolare, sul potere finanziario che strangola il pianeta.

Guardando con uno sguardo complessivo quanto accaduto in Brasile fra 2016 e 2022 si vedono chiaramente le devastazioni compiute, ma sarebbe troppo semplice attribuire il disastro solo al grande capitale e agli agrari, oltre ai soggetti economici del settore primario agrozootenico e minerario: Bolsonaro è stato anche espressione di un ceto medio rozzo e frustrato e perno di vari sistemi di alleanze.

Il disprezzo dell’ambiente ha avuto un grande ruolo: una mancata copertura della protezione vegetale esistente, l’introduzione di specie animali omogenee, una coltivazione mineraria senza regole. Un ruolo importante hanno svolto le aggregazioni evangelicali, anche qui con uno scambio di fedeltà e apporto di voti in cambio di benefici diretti e indiretti, sempre per i livelli gerarchici alti. Infine, le milizie, potenti soprattutto a Rio de Janeiro. Una ragnatela di collegamenti dunque con settori corporativi compatti che hanno cannibalizzato lo Stato e le sue risorse. Il brodo di coltura in cui tale sistema si è sviluppato è certamente l’antipolitica, la criminalizzazione dei partiti, dei sindacati e dei movimenti sociali organizzati, l’uso eversivo dei social, l’istigazione all’odio. Insomma, l’esecutivo di Lula che opera dall’inizio 2023 si trova a gestire una eredità non facile da rifondare.

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