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L'antennato

RIBALTONI TELEVISIVI

STER - 14/07/2023

Bianca Berlinguer su Rete4

Bianca Berlinguer su Rete4

Il dado è tratto: i nuovi palinsesti dell’anno televisivo 2023/2024 sono stati presentati nelle scorse settimane dai capi delle rispettive emittenti Rai e Mediaset. Il primo ad uscire allo scoperto è stato Pier Silvio Berlusconi che ha tratteggiato per Mediaset un anno in cui si incrociano alcune (poche) novità che indicano però una tendenza molto precisa di risparmio e ha annunciato alcuni ripescaggi a sorpresa di format vincenti in passato; parliamo di titoli da storia della TV, ma tutti da valutare al cambio degli odierni gusti televisivi. Sicuramente rimarchevole nella casa del Biscione l’arrivo di Bianca Berlinguer su Rete 4: una manovra che sembra voler fornire uno scudo di blando pluralismo a una rete che per il resto rimane “turbo-sovranista” con ben cinque talk-show politici alla settimana. Annunciate anche altre piccole/grandi novità in palinsesto rivelatrici della tendenza che vive Mediaset in questi anni di convertire l’intrattenimento all’informazione: al posto di Barbara d’Urso entra Mirta Merlino proveniente da La7; dovrà portare più attualità e cronaca nel pomeriggio di canale5, finora dedicato al gossip e alla cronaca rosa. Esce dalle Iene su Italia1 anche Belen, una delle ultime dive rimaste a contratto del Biscione; al suo posto entra Veronica Gentili, una giornalista che fino a qualche settimana fa si occupava di politica. Rimarrà probabilmente in soffitta pure Ilary Blasi, a confermare la forte tendenza al ridimensionamento di tutti i personaggi che ancora appartenevano allo starsystem televisivo degli anni 90 e 2000. Torneranno poi di scena – secondo una tendenza che Berlusconi junior ha definito mondiale – alcuni format che hanno fatto la fortuna delle televisioni commerciali, a partire da La ruota della fortuna che sarà affidata a Gerry Scotti (insieme ad altri quattro programmi nel corso di quest’anno) e un quiz musicale che a tanti ricorda Sarabanda consegnato nelle mani di Enrico Papi (che si troverà a gestire altri due programmi, insomma prendi uno e porti a casa tre…); annunciato poi il ritorno di brand consolidati del gruppo di Cologno, in una doppia versione autunnale e primaverile: ecco ad esempio Zelig e i reality che secondo la dirigenza del Biscione sono generi criticabili ma del tutto irrinunciabili.

In casa Rai invece si sono dovuti fare i conti con alcune partenze eccellenti: la scusa dei dirigenti è stata la presenza del tetto agli stipendi, che limiterebbe la competitività dell’offerta Rai; in realtà a molti osservatori la diaspora di star del mese scorso è sembrata una vera e propria epurazione di volti sgraditi al nuovo corso politico. Ma presentando i palinsesti, i dirigenti Rai hanno fatto notare che sono molte decine i nuovi ingressi quest’anno nella TV pubblica; scorrendo l’elenco ci si imbatte in tanti nomi del “sottobosco” di destra che francamente sembra un po’ sovrastimato considerare dei volti in grado di delineare un nuovo corso. Certo, via Fazio, via Annunziata, via Gramellini, via Berlinguer quella che rischia di più è la terza rete, che si trova per la prima volta da decenni a essere completamente snaturata dal suo ruolo “di canale di sinistra” a cui l’aveva dedicata sul finire degli anni 80 il grande dirigente Angelo Guglielmi (da poco scomparso). È rimasto quasi intoccabile il grande intrattenimento di Raiuno, nonostante alcuni nomi siano stati pesantemente messi sotto esame: pensiamo ad Amadeus, il re Mida degli ultimi Sanremo, che ha strappato una conferma degli obblighi contrattuali vigenti (e siglato dal precedente management Rai) semplicemente perché una sua sostituzione sarebbe stata un caso clamoroso di autolesionismo editoriale; in altri casi spicca l’ingresso di personaggi che vanno a sostituirne altri senza plausibili ragioni di resa; si pensi a Pino Insegno – amico personale di Giorgia Meloni – che prenderà il posto di Flavio Insinna. Una tendenza che si consolida quest’anno è quella di offrire ampio spazio all’informazione e all’attualità per parlare molto di politica: piacciono i programmi brevi a striscia quotidiana e quindi oltre al confermato “Cinque minuti” di Bruno Vespa e “Il cavallo e la torre” di Marco da Milano, sembra profilarsi per Raidue un programma analogo firmato da Filippo Facci, che però è finito nell’occhio del ciclone per alcune sue dichiarazioni molto criticate.

Non è una tendenza di quest’anno ma è nel DNA delle TV generaliste la conferma del visto e rivisto: su Mediaset impazzerà Maria De Filippi con le sue solite prime serate da settembre fino a giugno, mentre sulla Rai torneranno i titoli storici di Carlo Conti e Milly Carlucci, inamovibili da decenni.

Paradossalmente a cogliere i migliori frutti di questa “corsa al disarmo” dell’intrattenimento sulle reti maggiori potrebbero essere La7, La8 e La9, che stanno facendo incetta di volti molto riconoscibili e potranno con la prossima stagione conquistare importanti fette di mercato a discapito dei giganti Rai e Mediaset.

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