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L'intervista

VINCO E MI DIMETTO

CLAUDIO PIOVANELLI - 21/09/2023

sanninoA Varese Beppe Sannino è un re. Da quando, ormai una quindicina di anni fa, condusse il Varese dalla C2 alla serie B, un livello che il calcio biancorosso non conosceva dalla metà degli anni Settanta.

Sannino è tornato alla ribalta dopo l’ennesima promozione, la sesta in carriera (in precedenza aveva trionfato alla guida di Sudtirol, Lecco, Pergocrema e due volte con il Varese), ottenuta qualche mese fa alla guida del Paradiso, squadra luganese che partecipa alla Prima Lega, il terzo campionato elvetico.

Ma nel curriculum del tecnico di Ottaviano, che ha “assaggiato” la serie A a Siena, a Palermo e al Chievo, ci sono anche sei dimissioni e sono proprio queste che ci interessa ora esplorare, perché l’atto di dimettersi (con conseguente e ovvia rinuncia volontaria a ogni emolumento), in Italia ma anche altrove, è davvero cosa rara.

“I miei genitori mi hanno insegnato dei valori – spiega – e se questi vengono meno io non riesco a transigere…”.

- Mister, cerchiamo di guardare dentro le varie situazioni. Le prime dimissioni sono state al Palermo, lasciando al presidente Zamparini 850 mila euro di contratto…

“Ero stato richiamato dopo un esonero, non mi sentivo più a casa. E poi c’era la possibilità di allenare il Chievo, dove peraltro avrei guadagnato di meno… Chiesi però a Zamparini di pagare per intero i miei collaboratori”.

- Al Watford, nel secondo campionato inglese, le seconde dimissioni…

“Arrivo a gennaio in sostituzione di Gianfraco Zola e le cose vanno bene. All’inizio della stagione successiva mi ritrovo secondo in classifica ma qualcosa non funziona. Col senno di poi, mi sono accorto di voler portare la nostra mentalità in un Paese straniero e per questo dico che questa mia prima esperienza all’estero è stata per me importantissima. Ho capito che fuori d’Italia io sono un ospite e devo anche adattarmi alle situazioni e alle abitudini del luogo”.

- Altre dimissioni a Catania…

“Divergenze di vedute con il preparatore atletico Ventrone”.

- Alla Salernitana la accusano di avere dichiarato che i suoi tifosi non hanno mai visto il calcio…

“Sono squalificato e assisto alla partita con la Pro Vercelli da una cabina in tribuna stampa accanto a due miei collaboratori. Giochiamo un’ottima partita ma veniamo raggiunti nel finale e finisce 1-1. Sento qualche fischio e dico a chi mi sta accanto: “Ma che calcio hanno visto?”. Il giorno dopo su un giornale trovo un titolo in cui dichiaro che a Salerno non hanno mai visto il calcio;qualche giornalista ha origliato male dall’esterno della cabina e ha cercato la dichiarazione a sensazione, che non mi ero mai sognato di fare. Dopo una discussione con il d.s. decido di andarmene”.

- Poi la Triestina,,,

“A Trieste il d.g. è Mauro Milanese, che ho avuto a Varese come giocatore nell’anno della promozione dalla C2. Buona squadra, molti i giocatori che Milanese mi mette a disposizione, i risultati sono un po’ in altalena. Con Mauro si crea un po’ di tensione e alla fine decido di lasciare, con un secondo anno di contratto già firmato”.

- Decide di emigrare in Ungheria, alla Honved di Budapest, tra le squadre più prestigiose d’Europa…

“Dopo l’esperienza in Inghilterra, cerco di entrare nella mentalità locale. I risultati sono buoni, partecipo alla Europa League eliminando lo Zalgiris Kaunas e uscendo poi con il Craiova, perdendo ai rigori in Romania. Scoppia il Covid e decido di tornare a casa, approfittando dell’ultima possibilità di lasciare il Paese. Ricordo le autostrade deserte, una sensazione spettrale…”.

- Poi una duplice esperienza in Grecia, in serie A…

“Al termine di una partita pareggiata 1-1 ho l’impressione che qualcosa non funzioni e decido di andarmene. Mi richiamano due anni dopo, in serie B: andiamo ai playoff ed è in pratica lo spareggio per la promozione in serie A. In spogliatoio un giocatore mi attacca, il direttore sportivo è presente ma non prende le mie difese e io non la prendo bene… Così giro i tacchi e me ne vado”.

- L’esperienza in Libia è da raccontare… Come ci è arrivato?

“Mi erano stati proposti anche Emirati e Arabia Saudita ma alla fine ho scelto la Libia. La firma sul contratto con l’Ittihad di Tripoli è stata l’impronta del pollice. Ho disputato la Champions League africana affrontando una squadra di Zanzibar e un’altra della Tunisia, poi, nella seconda coppa per importanza, una formazione nigeriana e un’altra tunisina. Incredibile l’entusiasmo dei moltissimi tifosi dopo la vittoria per 1-0 nel derby della capitale. Poi, anche qui, è arrivato il Covid e non me la sono sentita di restare, lasciando la squadra al primo posto in classifica”.

- Ultime dimissioni alla Nocerina…

“Scarsa sintonia con la dirigenza. Me ne sono accorto subito e non ho esitato”.

- Col senno di poi, che cosa non rifarebbe?

“Non ho rimpianti. Dico solo, e mi ripeto, che in Inghilterra mi comporterei oggi in maniera differente;ma era la mia prima avventura all’estero e, come ho già detto, quell’esperienza è stata per me fondamentale”.

- Quali sono adesso gli obiettivi di Beppe Sannino?

“Non mi pongo traguardi particolari, tornare ad allenare in serie A, qualunque serie A, sarebbe bellissimo;ma dico che dare il massimo nel lavoro, con impegno e passione, è ciò che mi prefiggo ogni giorno. A Lugano ho trovato un ambiente eccellente e adesso, dopo la promozione, sono concentrato solo sul Paradiso”.

- Ora è tornato a risiedere stabilmente a Varese…

“Ci sono tornato per restarci. Qui ho vissuto anni professionalmente e umanamente straordinari, ogni giorno sento l’affetto della gente che mi vuole davvero bene. Ed è bellissimo!”.

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