Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Cultura

INSEGNARE OGGI

RENATA BALLERIO - 06/10/2023

Gisa Legatti

Gisa Legatti

Un professore che raccoglie un panino volato in una classe turbolenta e lo mangia sotto lo sguardo attonito e incredulo degli studenti non è un fatto di cronaca ma l’esilerante incipit di un romanzo.

L’autore Frank McCourt, celebre per aver scritto Le ceneri di Angela, riuscì con il suo stile, tra il sarcasmo e l’empatia, a far rivivere – come disse lui stesso – le sue trentamila ore di lezioni in varie scuole americane. McCourt si chiede in alcune pagine: come ho fatto a durare tanto in classi rissose e fragorosamente indisciplinate. Sappiamo che resistette perché amava il suo lavoro e suoi ragazzi.

Ehi, Prof! del 2005 è un romanzo da leggere. Quasi una cura omeopatica alle continue notizie allarmanti sulla scuola. Uno dei tanti episodi di pochi giorni fa è stato sintetizzato da una rivista scolastica con questo titolo: “Docente colpito da pistola ad aria compressa, Valditara: Voto in condotta per ripristinare le regole…”

Sappiamo bene che non è certo la lettura di un romanzo o il pugno di ferro a risolvere il problema di una scuola, specchio della società, sempre più in affanno educativo.

Proprio per questo è giusto ricordare la giornata mondiale degli insegnanti, che dal 1994, viene ” celebrata” in oltre cento Paesi per lo più il 5 ottobre. La data corrisponde alla sottoscrizione di una Raccomandazione Unesco circa il fondamentale ruolo dell’insegnante, professionista della formazione. Sarebbe interessante ripercorrere le varie riflessioni fatte dall’Unesco in merito alle difficili condizioni di lavoro a cui sono sottoposti maestri e docenti e alle sfide che affrontano quotidianamente.

Nell’Obiettivo 4 di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite gli insegnanti vengono riconosciuti come soggetti chiave per l’attuazione dell’agenda. Giustamente si sottolinea come il loro impegno è fondamentale per fornire un’educazione equa ed inclusiva. Dobbiamo, però, ammettere che questi principi, quasi lapalissiani, si scontrano con la realtà. Senza scrivere un ennesimo Cahier de doléances i motivi di allarmismo non mancano. E non solo in Italia. Basti pensare che in Francia, con una realtà scolastica ben diversa dalla nostra, mancano insegnanti. Non sono sufficienti gli appelli a definire il “mestiere” di insegnante una professione del futuro.

E certamente non basta dedicare nel 2023 la giornata degli insegnanti a un importantissimo tema, come quello scelto: “insegnare in libertà, dare maggior poter agli insegnanti”. Una vera sfida da affrontare con rinnovata consapevolezza, superando molti stereotipi. Ricordandoci quanto recentemente detto al Festival della educazione di Brescia: “nella moderna “Società dell’io troppa comunicazione, poca comunità”. Potremmo dire anche troppi proclami, troppe parole, talvolta scontate, che non aiutano a mettere al centro l’educazione. Forse basterebbe smettere di parlare di emergenza educativa per quello che è un reale fatto strutturale.

Forse solo con questo spirito si potrebbe celebrare la giornata degli insegnanti. Magari rileggendo un bel libro come i Ricordi di scuola di Giovanni Mosca, morto a ottobre di quarant’anni fa, o ricordare i nostri insegnanti, quelli che davvero hanno lasciato un segno nella nostra crescita.

Sarà un caso che il 5 ottobre una minuta donna ma grande professoressa, tenera e determinata, sempre dalla parte dei più deboli, è stata festeggiata da moltissimi studenti varesini, e non solo, per i suoi novant’anni? A Gisa Legatti e agli insegnanti come lei va dedicata l’attenzione riconoscente di una comunità di fatto e non solo di nome.

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login