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Opinioni

SETTE ANNI CON TRE COLORI SUL CUORE

DAVIDE GALIMBERTI - 27/10/2023

sindacoSette anni con tre colori sul cuore. Scelgo di riassumere così questi sette anni di mandato. Sono reduce dalla tre giorni dedicata ai Comuni promossa da ANCI e l’espressione dei tre colori sul cuore, che indica la fascia tricolore, mi è rimasta impressa perché trovo rappresenti bene la forza, le grandi sfide e il senso più alto a cui è chiamato ogni sindaco. Un ruolo che anche lo stesso Presidente Mattarella, nel suo saluto di apertura all’assemblea, ha sottolineato ribadendo come i Comuni oggi abbiano un ruolo determinante nel contribuire a innovare e migliorare l’Italia, e disegnare in tal modo il futuro del Paese. Sono poi il confronto e il dialogo instaurato in questi giorni con gli altri amministratori locali in occasione dell’assemblea, in cui la nostra città è emersa come una delle realtà più virtuose, che mi portano a stilare una sorta di bilancio sul percorso compiuto in questi sette con la fascia tricolore sul cuore.

Un percorso in cui una parola ricorre più delle altre: cambiamento. Varese in questi sette anni sta vivendo un periodo di trasformazione senza precedenti e penso che questo sia unanimemente riconosciuto. Ci si abitua in modo rapido alle novità e spesso ci si dimentica da dove si era partiti: nel 2016 Varese era una città ferma, priva di investimenti e di visione, senza risorse, in profondo disavanzo (in deficit) con una macchina amministrativa molto fragile e al contrario con una serie di problemi urgenti sentiti dalla collettività. Oggi invece Varese sempre più spesso viene collocata tra le città medie connotate da dinamismo, un’alta qualità della vita, più attrattiva, sostenibile, una realtà che ospita grandi eventi in grado di attirare migliaia di visitatori ed è riconosciuta a livello internazionale come meta dello sport.

Ma il cambiamento non è mai un elemento a sé stante: necessita di programmazione, metodo, capacità di immaginare e tracciare insieme ai cittadini la città in cui si vorrebbe vivere. Con la consapevolezza che i lavori oggi in corso possono avere un impatto sui cittadini, dal momento che i cantieri determinano disagi.

Pensiamo all’ingresso in città dall’autostrada, da sempre causa di infinite code dovute ai semafori e al fatto di avere, poco lusinghiero primato in Italia, la fine dell’autostrada che si riversa direttamente in città. Nel giro di meno di due anni, sono entrati nel vivo i lavori di largo Flaiano e tra meno di due mesi verranno eliminati definitivamente tutti i semafori per realizzare la nuova maxi rotonda. Una rivoluzione viabilistica a cui si aggiunge la nuova uscita autostradale, mentre a breve inizieranno i lavori per il nuovo accesso alla zona industriale, evitando che i tir entrino in città.

Un complesso di opere imponenti che per quanto essenziali non sono state immuni da qualche comprensibile lamento. Non nego la presenza di inevitabili disagi causati dai cantieri, ma l’invito è ad avere ancora un minimo di pazienza, per non vanificare l’importanza di un intervento determinante per la viabilità di tutto il territorio.

Non solo. Varese per oltre cinquant’anni è stata orfana di un teatro stabile e di un grande luogo dedicato alla cultura, dopo che all’inizio degli anni Cinquanta fu abbattuto lo storico Teatro Sociale. Oggi, con il recupero conservativo in corso della ex Caserma Garibaldi che si appresta a diventare il nuovo Polo culturale cittadino, la riqualificazione di piazza Repubblica e il progetto del nuovo Teatro nello spazio dell’ex cinema Politeama, si avvia un altro passaggio epocale. Un passaggio in cui la città sta lavorando in sinergia con gli altri enti e al di là di ogni schieramento politico, nel segno del bene comune. Non era scontato trovare il consenso di tutti nel recupero del Politeama rispetto ad altre soluzioni. Ciò è stato frutto di approfondimenti, analisi, visioni, proiezioni sul quadro urbanistico della zona dove ciascuno degli interventi (caserma, il mercato, le stazioni, il centro anziani e il teatro) è strettamente coordinato con gli altri.

C’è poi la zona intorno alle stazioni di Varese, al centro di una grande rigenerazione, con la nuova pavimentazione di piazza Trieste, il nuovo impianto di illuminazione e videosorveglianza, la riqualificazione di piazzale Kennedy, la messa in sicurezza del torrente Vellone, il nuovo centro anziani e poco distante il nuovo Informagiovani. Tanti tasselli in connessione tra loro, per ridisegnare il cuore cittadino all’insegna di spazi rinnovati, moderni, accessibili che daranno molte opportunità in termini di servizi per giovani e meno giovani.

E ancora, Varese oggi è ancora più riconosciuta a livello mondiale come città dello sport, grazie a un complesso di strategie e interventi, che vanno dai campionati europei e mondiali di canottaggio, alla riqualificazione di impianti sportivi come il palaghiaccio, oggi una struttura all’avanguardia che proietta la città nel panorama delle Olimpiadi Milano Cortina 2026.

Ma nell’ultimo periodo abbiamo messo a punto un programma che ci ha consentito di intercettare i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR): oltre cento milioni i finanziamenti per realizzare 30 progetti, in gran parte dedicati alla rigenerazione urbana e la valorizzazione dei quartieri.

I progetti realizzati e i processi in atto sono ancora moltissimi, ma più che stilare un elenco completo vale la pena sottolineare come la cifra del grande lavoro di questi anni sia data dal fatto che Varese stia finalmente definendo una sua identità che varca i confini cittadini e la smarca da un’inerzia che è durata per troppo tempo. Il pgt in itinere consentirà di legare questi interventi per programmare quelli futuri.

Terminata questa fase di profondo cambiamento, forse troppo veloce, la città sara’ molto più coerente alle richieste della contemporaneità del vivere in contesti urbani. Molto c’è ancora da fare ma penso che molto sia stato fatto soprattutto in termini di metodo ed approccio.

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