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Cultura

DEL CIELO E DELLA SCIENZA

LIVIO GHIRINGHELLI - 17/11/2023

Itzamna dio del sole e del cielo

Itzamna dio del sole e del cielo

Insieme di popoli e tribù compresi nel medesimo gruppo linguistico e culturale, i Maya svilupparono una civiltà fiorita fra il IV e il XV secolo d.C. negli Stati messicani dello Yucatan Campeche, Chiapas e Tabasco, oltre che in Guatemala, Honduras ed El Salvador. All’antico Impero (317-987 d.C.) caratterizzato dalle città-Stato di Tikal, Copan, Palenque e Uaxactun successe il nuovo Impero (987-1441). In seguito allo spostamento nello Yucatan settentrionale si affermarono come città principali Chichén Itzà, Mayapan e Uxmal (Lega di Mayapan). La decadenza della cultura Maya cominciò a manifestarsi dopo la conquista spagnola. La cultura si distinse nel campo della cronologia, dell’astronomia, della matematica (v. l’uso dello zero), dell’urbanistica e della scrittura ideografica.

Essere supremo venerato era Hunabku, creatore del cielo e della terra e padre degli dei. Fra le divinità maggiori Itzamna è il dio del sole e del cielo, nume del patrimonio culturale, della scienza medica e dell’agricoltura, della scrittura e del calendario, col secondo nome Kinich Ahan era detto il Signore col sole in fronte. Izchel è la dea della terra e della luna, della fertilità e del parto. Kukulcan (serpente piumato verde) protegge i sacerdoti. Il dio che ricorre più spesso è Chac (dio del tuono e della pioggia), divinità del grano era Yumkaax , Kabrakan del terremoto. Sul regno dei morti vigila Hunakan raffigurato con uno scheletro. Nove le sfere del cielo e nove quelle degli inferi. La creazione della terra precede quella dell’uomo, generato da una pannocchia di mais, dopo due tentativi falliti. Il 10 agosto 3214 a.C., giorno della creazione, segna l’inizio del calendario. Ai Maya si deve una sofisticata tecnica di misurazione del tempo: 4 i tipi di calendario, rituale di 260 giorni, solare di 365, di mezzo anno lunare di 177 giorni e uno regolato su Venere di 584 giorni.

Prima delle cerimonie maggiori è obbligatorio il digiuno, l’astinenza dai rapporti sessuali e la confessione dei peccati. Per le funzioni sacrificali è prevista l’offerta di sangue e perfino di vite umane. Al vertice della gerarchia sociale sta la casta sacerdotale, cui è a capo il principe dei serpenti. La cura degli aspetti scientifici e culturali apparteneva ai sacerdoti di rango superiore, ai sacrifici sovrintendevano quelli di grado inferiore. Il gioco della pelota rivestiva un carattere sacro, se ne fa menzione nel libro Popol Vuh. In luoghi sacri cinti da mura la palla doveva passare entro anelli di pietra. Principali costruzioni i templi a piramide, che generalmente erano costituiti da tre vani su piramidi a gradinate, d’altezza superiore anche ai 60 metri: di fronte all’erta scalinata centrale gli altari in pietra di forma piatta e rotonda. Il più grande e antico insediamento a Tikal. Chichén Itza, centro del dio della pioggia, Chac era sede della fonte sacra Zenotes, con un diametro di 60 metri e una profondità di 40. Tre i testi sacri pervenuti dopo il rogo sentenziato dal vescovo cattolico Lauda: il Popol Vhu, quindi gli scritti dei Chilam Balam, sacerdoti aruspici del giaguaro e i libri dei Quiché e dei Kakchiquel.

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