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Attualità

NUOVO STADIO: SÌ, PERÒ

CESARE CHIERICATI - 24/11/2023

stadio

Il progetto del nuovo stadio

Un nuovo Franco Ossola completamente rigenerato da realizzare nel giro di trenta mesi per un costo totale di 45 milioni di euro. Un impianto da12 mila posti, il minimo per poter puntare a eventi Fifa e Uefa, dilatabili fino a 16 mila, dotato di un grande parcheggio e un’articolata rete di servizi commerciali per rendere la struttura viva e funzionante al netto degli appuntamenti sportivi. Questa in estrema sintesi la proposta uscita dal cilindro del gruppo Aurora Immobiliare, in connessione con la società Città di Varese, erede del vecchio Varese Fc, venerdì 17 novembre nel corso di una conferenza stampa al Palace Hotel. A titolo privato, come lui stesso ha sottolineato, era presente il presidente delle Regione Lombardia Attilio Fontana, già due volte sindaco della città giardino mentre non era presente alcun rappresentante dell’esecutivo di Palazzo Estense, tanto meno il sindaco Davide Galimberti, ufficialmente impegnato altrove, in realtà sconcertato – pensiamo noi – da un progetto recapitato al Comune in zona Cesarini, quindi non ancora esplorato da politici e tecnici peraltro ben consapevoli che si tratta di una struttura che andrebbe ad incidere pesantemente su una zona nevralgica di Varese.

Una presenza quella di Fontana e un’assenza quella di Galimberti che potrebbero anche far pensare a una differenza di valutazioni sulla proposta di Aurora Immobiliare. Lo sapremo nel giro più o meno di sessanta giorni quando il Comune, proprietario dello stadio e dell’intero sedime, si pronuncerà nel merito. Il Franco Ossola, costruito negli anni trenta del secolo scorso, ampliato e rimaneggiato in più occasioni, deve essere ricostruito se si pensa a un rilancio non effimero dei colori biancorossi.

Per questa ragione, ha fatto comunque intendere Galimberti, il nuovo impianto dovrà essere abbinato a un robusto progetto sportivo. Qualora ciò dovesse accadere è evidente che il tutto andrebbe inserito nel complessivo ripensamento di una corposa fetta di Masnago, importante rione cittadino, comune autonomo fino al 1928. Una zona nevralgica dal profilo viabilistico, il cui epicentro sono le strutture sportive (palazzetto e stadio), quelle scolastiche disposte lungo via Manin e quelle commerciali sempre più invadenti. Un eventuale riassetto va anzitutto studiato e discusso con le parti in causa, a cominciare dai residenti.

Avvertono infatti gli esperti che per formulare qualunque intervento che modifichi o integri il tessuto urbano “si dovrebbero esaminare preventivamente, con rigore e competenza specifica, i bisogni della città e dei cittadini per integrare l’area nel contesto di insieme “ (Semi di città 2015). Fin dall’inizio lo sapeva bene il gruppo australiano, Centrum Stadia, che nel 2019 aveva messo gli occhi sul vecchio Ossola. John Caniglia, allora segretario della Camera di Commercio italo-australiana che affiancava i suoi connazionali, aveva subito messo in evidenza come “nel caso di Masnago non si tratta di ricostruire uno stadio, ma di creare un quartiere polifunzionale per la città, con un respiro internazionale…” Fu forse proprio questa consapevolezza a far desistere, nel 2019, i canguri dal loro progetto.

Resta invece ancora da chiarire la retromarcia dell’altro gruppo australiano, Ross Pelligra, sceso a Masnago nel luglio 2022 con l’intenzione in prima battuta di supportare la Pallacanestro Varese e in seconda di prendere in considerazione l’eventuale riqualificazione del rione. Nel frattempo sul tavolo di Palazzo Estense è atterrato il dossier dell’Aurora Immobiliare confortato da rendering accattivanti e promettenti. Soltanto da pochi giorni al vaglio di amministratori e tecnici.

Comunque sia una patata bollente, da maneggiare con grande cura tenendo conto che in fase nascente c’è il nuovo Piano di gestione del territorio, lo strumento urbanistico destinato a tracciare il futuro destino della città giardino.

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