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Politica

DISCUTERNE

GIUSEPPE ADAMOLI - 24/11/2023

sindacatiAppena finita l’ondata emotiva dovrà cominciare la discussione seria e non pregiudiziale sull’uso prezioso di questo strumento di reale democrazia e sui modi più efficaci affinché ottenga gli obiettivi prefissati.

L’ironia di Salvini sul “fine settimana lungo” si pone sulla scia, benché a lunga distanza, della sua volgarità sulle “crociere a gratis” dei disperati sui barconi del Mediterraneo.

Le parole fuori posto del vice presidente del Consiglio non debbono però essere usate da Cgil e Uil come uno scudo per proteggersi e attaccare. Ci sono questioni che il sindacato deve porsi con chiarezza sull’esito dello sciopero, sulle forme attuate, sulle osservazioni e i richiami della Commissione di garanzia competente, sull’identità stessa di questo sciopero.

Esprimo subito la mia opinione con chiarezza, lo sciopero generale dovrebbe essere motivato da serissime ragioni di carattere nazionale come avevano ben capito i grandi leader sindacali che in passato hanno fortemente contribuito al nostro progresso sociale e civile. Lo sciopero di questi giorni merita un totale rispetto ma è discutibile che avesse quelle caratteristiche.

L’esame più importante e difficile, a cui tutti dovrebbero sottoporsi, è sulla divisione dei sindacati che da tempo non era così profonda, evidente e polemica. Le proposte sindacali diverse si giustificano sulle iniziative di categoria, molto meno sullo sciopero generale.

Sicuri che non si poteva approfondire di più contenuti e tempi per trovare un’intesa unitaria? C’era davvero l’urgenza, peraltro legittima, manifestata da Cgil e Uil? Era giustificata la barriera insormontabile innalzata dalla Cisl? Sicuri che la logica degli schieramenti politici non abbia influito da entrambe le parti sulle decisioni prese?

Sono domande che molti cittadini si pongono provando perfino malinconia nel farle. Vengono da donne e uomini che considerano come una benedizione laica la riconquista graduale dell’unità sindacale iniziata nei tempi nei quali non mancava affatto una fortissima polarizzazione politica.

Tiziano Treu, ex ministro del Lavoro ed ex presidente della prima Commissione di garanzia sugli scioperi, ha nuovamente avanzato l’idea di un referendum dei lavoratori (anche con rapide forme innovative) sulla proclamazione di uno sciopero generale che servirebbe ad indicare la loro volontà e le adesioni previste.

Un tale referendum potrebbe servire anche per far venire alla luce le tante siglette sindacali che fanno confusione e diffondono scetticismo. C’è un “effetto annuncio” di mille piccoli scioperi che crea un disagio avvertibile nella società.

Una grande protesta, ben motivata e unitaria, sarebbe considerata accettabile, utile e necessaria da gran parte dei cittadini. Lo dicono tanti sondaggi. Lo dice il buon senso comune. Lo dice la difesa dei diritti dei lavoratori inscritta nella coscienza civile del popolo oltre che nella Costituzione.

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