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Società

NEWS/2 BAVAGLI E BARATTI

SERGIO REDAELLI - 12/01/2024

La tragedia della funivia del Mottarone accadde il 23 maggio 2021

La tragedia della funivia del Mottarone accadde il 23 maggio 2021

Sono tempi grami per la libertà d’informazione flagellata dalle querele milionarie per intimidire i reporter, dagli attacchi al giornalismo d’inchiesta, dal precariato nelle redazioni, dai compensi più simili a un’elemosina che a una retribuzione e dalla concentrazione delle proprietà dei giornali in poche mani. A questi problemi atavici, si aggiunge la prepotenza invasiva della politica con i progetti governativi per limitare le intercettazioni e l’uso dei trojan come strumento investigativo per i reati dei colletti bianchi, economici e fiscali, per abbassare la spesa per le captazioni e consentirle solo nelle indagini per mafia e terrorismo.

Ora un nuovo problema si affaccia all’orizzonte ed è il progetto di modifica dell’articolo 114 del Codice di procedura penale che vieta la pubblicazione “integrale o per estratto” dei testi delle ordinanze di custodia cautelare, cioè i mandati di arresto, fino al termine delle indagini preliminari, molto tempo dopo il primo provvedimento giudiziario. Il divieto è previsto dal cosiddetto “emendamento Costa” alla legge di delegazione europea già passato alla Camera e atteso in Senato per l’approvazione finale entro la seconda metà di gennaio. Una potenziale norma che preoccupa la Federazione nazionale della stampa e le organizzazioni sindacali di categoria.

La modifica sostenuta dall’avvocato Enrico Costa (che oggi siede tra i banchi del partito di Carlo Calenda dopo una lunga militanza ipergarantista al servizio di Forza Italia e di Silvio Berlusconi) non impedisce la pubblicazione della notizia dell’arresto e si affida alla sintesi giornalistica di documenti che non si possono più riprodurre integralmente. Priverà dunque i cronisti della possibilità di riferire il contenuto delle accuse con precisione, in modo verificabile e rischia di tradursi in una maggiore approssimazione a danno degli indagati e di impedire ai cittadini di conoscere il merito documentale delle accuse su fatti di cronaca rilevanti.

La presunzione di innocenza è un principio sacrosanto del diritto ma già oggi, dopo la riforma del 2017, l’ordinanza di custodia cautelare deve riportare “solo i brani essenziali” delle comunicazioni intercettate e con la garanzia della “riservatezza delle comunicazioni non rilevanti” ai fini della giustizia penale. Consentire di pubblicare la notizia di un arresto senza avere accesso diretto a una delle fonti primarie dell’indagine non aiuta certo il lavoro giornalistico. Secondo le organizzazioni sindacali, il principio vale per importanti e delicate inchieste svolte in questi anni, dalle stragi per disastri di varia natura alle indagini sulla mafia e ai femminicidi.

Per fare un esempio concreto degli effetti dell’emendamento Costa, se fosse già stato in vigore avrebbe impedito di conoscere cosa è avvenuto realmente il 23 maggio 2021 sul Mottarone prima del 20 maggio 2023, giorno della chiusura dell’indagine preliminare. Sarebbero stati due anni di incertezza e di domande senza risposta sui mancati controlli e su fino a che punto gli indagati fossero consapevoli dei problemi dell’impianto. Per Raffaele Cantone, oggi procuratore capo di Perugia dopo una vita spesa in prima linea contro il clan dei Casalesi e il malaffare, tornerà di moda “il baratto” delle carte giudiziarie: “Questa legge – dice – è un passo indietro rispetto ai meccanismi di trasparenza innestati con il rilascio di atti ai giornalisti da parte degli uffici giudiziari”.

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